martedì 15 febbraio 2011

Lezioni americane

di Irene Zennaro

Just be yourself! Or not...

Halloween è passato da un pezzo, ma perché non essere qualcun altro, anche solo per un attimo? 
Con tutto questo parlare di genuinità, yoga, meditazione, ritorno all’io profondo, mi viene voglia di stafogarmi di schifezze piene di coloranti e comportarmi male,  tanto c’è chi ha fatto di peggio sino a diventare un usatissimo neologismo.


Ecco un piccolo compendio semiserio  per momentanei cambiamenti di personalità, made in USA of course.

-       “Pull a Clinton”, ovvero mentire spudoratamente, negare l’evidenza, possibilmente in diretta televisiva.
-       “Pull a Bella”.  Quando qualche adolescente o ventenne brufolosa è in preda a una depressione senza fine, inciampa per le foreste, si mette in situazioni pericolose e risponde a mugugni e grugniti. Come la protagonista femminile di Twilight non possono poi mancare: jeans sdruciti, felpe informi e all star perennemente ai piedi.
-       “Pull a Britney”. Ispirato all’ex reginetta del pop, quest’espressione può stare ad indicare qualcuno che reagisce ad una fama improvvisa o ad un forte stress entrando nelle toilette pubbliche scalza, rasandosi a zero o ballando in modo seducente con un pitone giallo (personalmente la mia preferita).
-        “Pull a Lohan (Lindsey) or a Paris (Hilton)”. Semplicemente dimenticare di fare uso di biancheria intima. Le ragioni addotte vanno dal riscaldamento globale al dover indossare vestiti molto attillati, ma se c’è di mezzo un’auto va sempre a finire male!
-       “Pull a Dick Cheney”, ovvero sparare a qualcuno dicendo poi che si è trattato di un incidente o che il poveretto fosse una quaglia. E farla franca.
-       “Pull a Jack Bauer”. Come il protagonista della serie “24”, essere in grado di salvare il mondo a mani nude e da solo lottando per un’intera giornata senza sudare, mangiare o schiacciare un pisolino. Insomma la tipica giornata in un kindergarten.
-       “Pull a Palin”. Seguire l’esempio della Sarah nazionale ed essere in grado di evitare le domande più insidiose perché non se ne conosce la risposta. Questo con risposte condite di luoghi comuni, complimenti per distrarre l’attenzione dal focus del dibattito o inventare intere parole con l’espressione di chi sa il fatto suo. Meglio se a reti unificate.
-       “Pull a Homer”. Avere successo, a dispetto della propria stupidità.

Nei ritagli di tempo uno può essere sé stesso.

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