lunedì 21 marzo 2011

Psiché

di Susana Liberatore

Il risveglio della marmotta

Possiamo dire che non c`e giorno senza notte come non c´é sveglia senza sonno. Solo che nel confronto con la prima coppia di opposti (giorno-notte), il sonno e la sveglia hanno un rapporto diverso e più complesso. Non solo perchè la sveglia è il limite che fa esistere e nominare il sonno, bensì perchè questo abbinamento significante ci pone una difficile domanda davanti ai nostri occhi, cioè: qual è lo stato “vero”?. 
Nella “Tempesta” di Shakespeare, per esempio, Prospero fornisce la classica descrizione dell'eterno sentire umano, secondo cui tutta la realtà non è altro che sogno: «Noi siamo della stessa sostanza di cui sono fatti i sogni, e la nostra breve vita è circondata da un sonno». Ancora più radicale è Virginia Woolf quando afferma: “La vita è un sogno dal quale ci si sveglia morendo”. 

Perciò, anche la nostra vita quotidiana può apparire come un eterno sonno (nel quale il sogno sarebbe la sua manifestazione), che si ripete incessantemente e di cui non è nè facile nè possibile fuggire, perchè non risponde al nostro comando. Quando scrivevo questo testo mi è venuto in mente un film divertente e leggero che si chiama “Ricomincio da capo” (Groundhog Day) del 1993 diretto da Harold Ramis ed interpretato da Bill Murray e Andie MacDowell. Nel film, il protagonista è un insopportabile meteorologo televisivo che, controvoglia, deve recarsi nella piccola città di Punxsatawney (Pennsylvania) per fare un reportage sulla tradizionale ricorrenza del “Giorno della Marmotta”. Qui però rimane intrappolato in un corto circuito temporale: ogni mattina, alle 06.00 in punto, viene svegliato dalla radio che trasmette sempre lo stesso brano musicale “I got you Babe”, e da allora la giornata trascorre inesorabilmente nello stesso modo della precedente. Gli eventi si ripetono esattamente uguali ogni giorno. Immerso in questo incubo, tenta di sedurre la sua bella collega fallendo di continuo. Dopo molti tentativi, alla fine tutto ciò lo porta ad uscire dall'incantesimo, e a trovare finalmente il vero amore. 
Allora, da questa riflessione forse riusciamo a capire che se la vita è come in questo film, un lungo letargo della marmotta, un continuo sonno in cui le cose si ripetono, la sveglia è come l´attimo del fulmine, il “trauma” che illumina la scena e il senso della nostra vita quotidiana solo nell’ atto seguente. Non posso chiudere senza citare il fantastico film “The Others” (2001) diretto da Alejandro Amenábar e interpretato da Nicole Kidman. Soprattutto il passaggio in cui la protagonista scopre che la sua vera esistenza è niente di meno che fantasmatica!.

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