lunedì 22 novembre 2010

Music box

di Alex Busi

Il tango

Parlare di musica e passione..difficile...tutta la musica e’ espressione di passione..e se non hai passione..risulta difficile comporre musica oppure esprimersi in qualsiasi forma artistica. Pero’ poi pensandoci bene ,mi e’ venuta in mente un’espressione d’arte che trasuda passione , il tango.
Il tango e’ un ballo di forte sensualita’ , e’ un ballo basato sull’improvvisazione, c’e’ l’abbraccio di un uomo e di una donna che si conoscono attraverso il linguaggio del corpo. Essendo l’uomo che guida la donna (l’uomo guida ..la donna segue..queste le poche regole..) si potrebbe pensare che sia un ballo “macho” in realta’ la donna si affida all’uomo in questo percorso senza riserve. L’uomo in questo ballo mette in risalto le qualita’ della donna . Nel tango la donna riscopre la femminilita’ e la seduzione, ma anche l’affettivita’infatti e’ anche un ballo terapeutico , e’ una danza intima e sensuale che non passa per machismo ma per unita’ sociale. Verso la fine dell'Ottocento, sbarcarono nei porti sudamericani del Rio de la Plata, in fuga da guerre e carestie, ondate di emigranti italiani, francesi, ungheresi e di altre nazionalità. Carichi di speranze e aspettative, cercavano una nuova vita nella "Terra d'Argento", l'Argentina.
Inizialmente, si trovarono a condurre una vita assai misera e piena di rimpianti,ma, alla fine,così come centinaia di migliaia di persone prima di loro, furono costretti ad abbandonare il sogno di una terra provvida di ricchezze, travolti da vere e proprie ondate di immigrati che dalle campagne letteralmente invadevano le nascenti metropoli di Montevideo, Rosario e Buenos Aires in cerca di lavoro.
Nonostante la durezza dei lavori disponibili, dato la grande disponibilità di manodopera, i salari erano piuttosto miseri. Famiglie di Italiani, Francesi, Ungheresi, Ebrei e Slavi, cui presto si unirono schiavi liberati e Argentini della seconda e terza generazione, provenienti dalle pampas, convivevano in squallidi appartamenti in quartieri costruiti dal nulla, detti '"Orilla", creando una miscela unica e irripetibile di tradizioni etniche e culturali che è diventata l'ingrediente magico di un processo creativo. Nei vicoli dell'Orilla, i nuovi Argentini condividevano un destino di disillusionee disperazione, da cui ben presto emerse una speranza comune rappresentata da una volontà di fuga, sia pure soltanto momentanea, dall'oppressione, sentimento forte espresso in canzoni, cantate in "Lunfardo", il dialetto degli emarginati, sorta di lingua comune fortemente influenzata dal Francese e dall'Italiano.
Le canzoni cantavano la tristezza delle persone, ma anche la loro felicità e le loro gioie. Cantavano la nostalgia e la distanza, ma anche le speranze e le aspirazioni. Cantavano la solitudine, ma anche la lealtà e la fratellanza nell'avversità. La canzone, come in tante altre parti del mondo, divenne la consolazione in musica dell'uomo. E la canzone richiede come suo completamento espressivo la danza ed è così che nel vicoli di Buenos Aires, è nato il tango.

2 commenti:

Anna Grazia Giannuzzi ha detto...

ahi, come me duele el amor....

Unknown ha detto...

alex mio caro,
io ballo tango argentino e per me è veramente meglio di una seduta di analisi.mi sento donna,femmina e mi lascio trasportare dal mio ballaerino.
è meraviglioso!
per me grande fatica x' tento sempre di guidare ed anticipo sempre le mosse del mio ballerino che mi cazzia regolarmente e mi dice:"almeno qui Laura, fai comandare agli uomini!!!!"tutto detto!love

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