martedì 26 ottobre 2010

Lugano solo andata


La campagna antifrontalieri ispirata dall’UDC locale (http://www.balairatt.ch/) che ha tappezzato le città del Canton Ticino di manifesti sui quali erano raffigurati tre topi (un frontaliere italiano, un lavoratore dell'Europa dell'Est e il ministro Tremonti) intenti a mangiare il formaggio svizzero ha suscitato, ovviamente, la giusta indignazione in Italia e anche in Svizzera.
L’idea di fondo è la convinzione, peraltro diffusa e radicata, che i frontalieri italiani, rappresentati come ratti, sottraggano lavoro agli svizzeri costretti di conseguenza a ricorrere ai sussidi di disoccupazione. I toni e il linguaggio della campagna hanno avuto l’indubbio demerito di riaccendere rivalità antiche, alimentando sentimenti xenofobi fondati sul pregiudizio e sull’ignoranza. L’iconografia sgradevole fa leva su un’ immagine stereotipata e volutamente riduttiva del frontaliere, muratore o piastrellista, che non corrisponde più alla realtà, giacché la Svizzera importa da anni manodopera specializzata ma anche professionisti altamente qualificati.
Eppure un problema esiste, si chiama “dumping salariale ”, un perverso gioco al ribasso dei salari che vede la manodopera locale in svantaggio dato l’alto costo della vita nella confederazione. Il fenomeno è andato accentuandosi con l’entrata in vigore degli accordi bilaterali svizzera –UE, nonostante i segnali d’allarme lanciati ripetutamente dai sindacati elvetici che invitavano ad applicare le misure previste per evitare il crollo degli stipendi.
Com’è facile prevedere sono le fasce più deboli che pagano le conseguenze di questa situazione ed è facile allora far leva sul loro malcontento e addossare al frontaliere che “ruba” il lavoro la responsabilità di quanto accade. Più corretto, ma forse più difficile, sarebbe sottolineare le mancanze di chi non ha vigilato o le responsabilità di chi si è arricchito e si è reso complice dello sfruttamento.
Ma al di là di questo, rimane la necessità di prendere le distanze, come già hanno fatto le istituzioni, da un messaggio che rimane comunque altamente offensivo nei confronti dei lavoratori italiani. Perché come é stato detto, “di fronte ad una simile propaganda ogni silenzio è complice.”

di Elena Banfi

Italiani? No, grazie

2 commenti:

Anna Grazia Giannuzzi ha detto...

sono costernata, non avevo sentito questa notizia.

Elena ha detto...

Purtroppo é tutto vero!

Aggiungo qualche link di approfondimento, se ti dovesse interessare

http://www.corriere.it/cronache/10_settembre_29/stella-offesa-svizzera_bd5c981c-cb89-11df-a93d-00144f02aabe.shtml

http://www.tio.ch/aa_pagine_comuni/articolo_interna.asp?idarticolo=588482&idsezione=1&idsito=1&idtipo=3

http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/cronache/201009articoli/58947girata.asp

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