giovedì 8 luglio 2010

Bruciapensieri

di Gregorio Scalise

L’arte di perdere

In questi giorni d’estate una nuova disgrazia si sta abbattendo sulla società italiana. Si tratta di uomini che lasciati dalle donne, dalla loro donna, reagiscono con violenza. Fa impressione persino scriverlo. Con un colpo di retorica teatrale proviamo a parlare di un fatto che sembra essere scomparso: la sofferenza degli uomini. La questione è che l’argomento è come minimo non trattabile. Dopo una aggressione nei modi con cui la cronaca ci racconta questa violenza esplosiva ed esplosa, non è più possibile ragionare. Ci si deve fermare prima. Prima cioè che l’uomo diventi colpevole, e si macchi di qualcosa di atroce e non perdonabile. In questi anni si è parlato di donne, si è cercato di difenderle, di renderle indipendenti. Naturalmente loro dicono di aver conquistato tutto questo da sole. Il che è perfettamente legittimo. Ma è anche vero che la società degli uomini ha cominciato ad ascoltare, anche perché per la politica, le donne sono un fatto politico. O un argomento retorico da adoperare e con efficacia. Quindi, almeno in questi anni, si è parlato (ma alle volte anche con senso reale) di dare spazio alle donne e far sentire la loro voce. Non conterà molto ma in letteratura ci sono, scrivono poesie, ottengono riconoscimenti, vincono premi, si danno molto da fare, scrivono sui giornali, insomma questo “ spazio” ( che è il meno difficile) se lo sono preso. Ci sono altre situazioni ( politica per esempio) in cui stanno spuntando, alcune hanno posti responsabilità, hanno persino ministeri. Poi c’è l’esercito delle seduttrici che comprende un’area non piccola: sono le veline, le escort, le presentatrici tv,le modelle… le mogli o fidanzate dei calciatori. C’è poi una zona di donne che usa professionalmente il fascino, sono donne che appena c’è un minimo di importanza culturale, politica, ed economica, si buttano a pesce, sgomitando con rivali e difficoltà di vario genere, sino ad assicurarsi la preda. Sono rapide, abili,interessatissime,spesso irresistibili. Gli uomini, di potere, di mezzo potere, di scarso potere, ci cascano senza possibilità di difesa e loro sono bravissime nel mantenere in una situazione di dipendenza il “ pescato” e a conservare una proprio indipendenza e una emotività aperta sul mondo. Non ci sono santi. Le donne ( media e piccola borghesia) devono e vogliono farsi strada, hanno un numero limitato di scrupoli, sono convinte di essere nel giusto, sono un po’ delle guerriere pronte alla schermaglia ed a imboscate veloci ed efficaci. Sanno scrivere, parlare, argomentare, difendersi, raccontare balle anche divertenti, inventare scenari, spostarsi rapidamente, organizzare il desiderio,autocontrollarsi, fingere, partecipare, distaccarsi in tempo,ritornare, riaprire il discorso,chiudere uno spiraglio, chiuderlo del tutto per saltare in un’altra situazione. Ormai hanno imparato e sono una “ legione”. ( parola tipica per indicare un numero cospicuo di persone). E cosa fanno gli uomini nel frattempo? In genere cercano di essere furbi, di approfittare delle situazioni,sedurre,lanciarsi nel gruppo,e a volte essere violenti ( prendere con la forza). Mettiamo ora da parte l’assunto iniziale, lì siamo oltre i limiti e in una zona pericolosa e drammatica con gli esiti terribili di cui parlano le cronache. Stando invece ad una situazione normale, vale a dire non cruenta, molti uomini, poco attrezzasti per questo genere di bagarre assistono impotenti alla manipolazione dei loro sentimenti.Caduti in trappola cercano di reagire ma non ci riescono ed entrano sempre più nella “ nassa “. Parola adoperata da un simpatico misogino del medio evo, titolo: “ Le dodici gioie del matrimonio”. Libro godibilissimo, ancora, forse con qualche punta troppo dura, ma nel complesso utile a risvegliare le forze di questi ipnotizzati, ammaliati dal canto delle sirene di questo esercito della modernità, munito oltre che di singolare a atavica astuzia, di cellulari, sms, computer, ipod, insoma tutti quegli strumenti adatti per la “ pesca elettronica” degli uomini di questa modernità, ma, si potrebbe dire della loro infanzia.Perché in parte gli uomini restano infantili e le donne lo imparano presto. In questa situazione gli uomini soffrono, non ci sono dubbi e nessuno apre loro gli occhi spiegando che le cose sono diverse e che la guerra fra i sessi esiste ancora. Non ci sono regole “ democratiche” che valgano. Io devo vivere, tu hai il potere,io voglio prendere quello che posso di quello che ti circonda. Soffri? Pazienza, soffrirai sino a quando questa storia non terminerà, sino a quando non avrai finito queste tue lacrime immaginarie. Io non ci posso far niente, sono dalla parte delle regole di questo periodo e di questa vita, lo so che farai difficoltà ad imparare, ma, dimmi, caro, perché sei così poco mobile e sostanzialmente ottuso ?

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