All of us are searching for an open arm
Prendiamo un film come The blind side, che racconta la storia vera di un giocatore nero di football adottato da una famiglia bianca. Prendiamo i genitori di Balotelli. Certo potete obiettare che è facile dividere la propria ricchezza quando si è ricchi, ma i genitori di Balotelli sono persone come me e come voi. E poi ne siete proprio sicuri? Certo potete dire che i ragazzi sono dei campioni. Sì ma questo si è scoperto dopo; si è potuto scoprire dopo. Credete che chi non è amato sia in grado di pensare a se stesso in un qualche modo che abbia a che fare con la parola campione? A suo tempo i giornali italiani si occuparono di Balotelli, e, se ricordo bene, solo quando i genitori biologici lamentarono che il figlio non voleva più vederli e si rivolsero proprio ai media. Del resto avevano soltanto rinunciato a vedere, seguire e crescere il figlio, lasciandolo in ospedale, in una condizione che non ne consentiva l’adozione ma solo l’affido, protrattosi poi fino alla maggiore età. Loro non erano contaminati, no, erano integri ed inflessibili, e per la stampa erano i “i genitori veri”. E trovavano spazio per il loro punto di vista. Il ragazzo intelligentemente si rivolse alla stampa per parlare a loro: i miei genitori sono quelli che mi hanno cresciuto e la storia finisce qui. Ma la famiglia allora dove inizia e dove finisce? La famiglia adottiva è un ibrido, composta da persone che geneticamente non si somigliano, ma che si amano e si comportano, appunto, come famiglia. "Proprio come le persone, le famiglie non sono tutte uguali: hanno forme e misure diverse. I membri di una famiglia sono spesso imparentati l'uno con l'altro, ma questo non è indispensabile ..." Forse la famiglia è solo un abbraccio. La colonna sonora del film è proprio bella, soprattutto le parole di certe canzoni. Io mi congedo, lasciandovi, spero, nuovi punti di vista da cui guardare il mondo. In un modo meno assoluto e più … contaminato.
Prendiamo un film come The blind side, che racconta la storia vera di un giocatore nero di football adottato da una famiglia bianca. Prendiamo i genitori di Balotelli. Certo potete obiettare che è facile dividere la propria ricchezza quando si è ricchi, ma i genitori di Balotelli sono persone come me e come voi. E poi ne siete proprio sicuri? Certo potete dire che i ragazzi sono dei campioni. Sì ma questo si è scoperto dopo; si è potuto scoprire dopo. Credete che chi non è amato sia in grado di pensare a se stesso in un qualche modo che abbia a che fare con la parola campione? A suo tempo i giornali italiani si occuparono di Balotelli, e, se ricordo bene, solo quando i genitori biologici lamentarono che il figlio non voleva più vederli e si rivolsero proprio ai media. Del resto avevano soltanto rinunciato a vedere, seguire e crescere il figlio, lasciandolo in ospedale, in una condizione che non ne consentiva l’adozione ma solo l’affido, protrattosi poi fino alla maggiore età. Loro non erano contaminati, no, erano integri ed inflessibili, e per la stampa erano i “i genitori veri”. E trovavano spazio per il loro punto di vista. Il ragazzo intelligentemente si rivolse alla stampa per parlare a loro: i miei genitori sono quelli che mi hanno cresciuto e la storia finisce qui. Ma la famiglia allora dove inizia e dove finisce? La famiglia adottiva è un ibrido, composta da persone che geneticamente non si somigliano, ma che si amano e si comportano, appunto, come famiglia. "Proprio come le persone, le famiglie non sono tutte uguali: hanno forme e misure diverse. I membri di una famiglia sono spesso imparentati l'uno con l'altro, ma questo non è indispensabile ..." Forse la famiglia è solo un abbraccio. La colonna sonora del film è proprio bella, soprattutto le parole di certe canzoni. Io mi congedo, lasciandovi, spero, nuovi punti di vista da cui guardare il mondo. In un modo meno assoluto e più … contaminato.
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