mercoledì 18 novembre 2009

Teatime




Petros Markaris, la balia.
A cura di Maria Luisa Pozzi


Un giallo interessante (perdonami, Signore in Giallo, per rubarti un testo) per una serie di aspetti; il più rilevante è che l’autore è greco e quindi ci introduce in un mondo nuovo per noi, lettori di gialli, abituati ai misteri di Bologna o della bassa padana.
“La balia” è ambientata a Istanbul, che, nel romanza, viene sempre chiamata Costantinopoli o la Città. Il commissario, Kostas Charitos,un grasso poliziotto greco in vacanza con la moglie e un gruppo di compatrioti greci nella metropoli turca, ama il cibo della Città, il suo profumo e confessa che, “Non so cosa ricorderò con maggior intensità al mio ritorno ad Atene: Santa Sofia e il Bosforo o gli odori della Città.”

Si innamora anche della bellezza di Costantinopoli di cui apprezza gli antichi monumenti ma anche gli aspetti più squallidi,”.. le case si spintonino l’una l’altra, per farsi un po’ di spazio. Un edificio enorme, che sembra una caserma, si affaccia sul litorale, solitario e minaccioso, tanto che vicino non hanno osato costruirci nulla.”
Girando con il commissario, in veste di turista, scopriamo le bellezze della Città, ma anche aspetti della sua storia, per esempio come le minoranza greca in Turchia sia stata sterminata o costretta ad emigrare.
Sempre attraverso gli occhi del commissario vediamo i componenti del gruppo greco in vacanza in Turchia, che sono dipinti con pochi tratti talvolta benevoli, più spesso ironici. A un vecchio generale in pensione, sempre pronto a ipotizzare piani di attacco contro la Turchia, chiede se non pensa a null’altro che ai punti strategici in cui schierare le forze greche in caso di guerra.
“(Il generale) mi guarda in silenzio per un attimo. ‘Lo faccio per non arrugginirmi,’ mi spiega tranquillamente,’da quando mi sono congedato, tutta la mia riflessione strategica si limita al burraco.”
Di un altro compagno di viaggio il commissario dice che, “I pochi capelli che gli restano hanno trovato rifugio intorno alle tempie.“ Un certo poliziotto turco poi è ritenuto adatto a un certo incarico perché, “ha una faccia che sembra sempre che stia per piangere. E’ l’ideale per le condoglianze ai parenti delle vittime.”
La vacanza del commissario e della moglie è amareggiata dal ricordo delle incomprensioni con la figlia che è di “una cocciutaggine asinina”; viene anche rovinata da una serie di assassini di cui rimangono vittime persone che hanno avuto a che fare con una anziana greca, la “balia” del titolo. Arma del delitto una pita avvelenata, un cibo caratteristico nella cui preparazione eccelle la “balia” in questione. Poiché l’anziana è di nazionalità greca, il commissario viene coinvolto nell’indagine, il che gli rovina le vacanze rendendo inoltre il suo rapporto con la moglie molto problematico.

Un libro interessante, che vale la pene di leggere anche per vedere, con gli occhi del commissario, la magica “Città”, assaggiare il suo cibo e bearsi dei suoi odori e profumi .

Buona lettura

Maria Luisa

1 commento:

Anonimo ha detto...

VA BENE...PER QUESTA VOLTA TI PERDONO E PRENDO NOTA :)))

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