venerdì 8 maggio 2009

non ho l'età



RIFIUTO CON AFFETTO

La creatività è sostenibile e non ha età.

A cura di Cappe

“Poe sempre servire” = “Può sempre servire” spiegava nonna Lidia a una Cappe bambina e “Rancurare” = “Usare con massima cura”. Lei non c’è più, ma le Over da allora non sono cambiate. Anzi, alla luce dei loro ottanta e più, colgo una rassicurazione nel sentirsi circondate, sommerse. Avete mai fatto caso?
Accerchiate da cosa? Cose! Oggetti, cianfrusaglie, chincaglierie che la società del consumismo dagli Anni Cinquanta in poi, affamata e mai sazia di novità, tendenze, capricci, produce-usa-getta-trasforma, in sostanza, ri-crea come immondizia.
Un caleidoscopio di cose senza le quali siamo inetti, inermi, incapaci, insoddisfatti, infelici.
Una piscina di superfluo dove sguazzare innocenti e appagati per qualche sfuggevole ora.
Torniamo indietro nel tempo. Back to Anni Trenta.
Deliziosa la chiacchierata con prozia Solisca, fiore di 87 petali. Professione: modista in casa per atelier della Padova signorile. Capigliatura candida in ordine, minuta, un’incontenibile voglia di chiacchierare. Argomento: raccolta differenziata e crisi organizzativa per anziani restii ai cambiamenti.
Ambiente, natura, soldi, sprechi, ecc…
Solisca, gioventù contadina nei tempi del “Non si butta via niente”.
C’è da sorridere. Povertà aguzza ingegno e la gente campava dignitosamente traendo il massimo dal minimo a disposizione. Quindi, inconsapevolmente, riciclava.
OGGI: alle prese con carta, vetro, scarti di cucina, secco, plastica, latta, indumenti...
IERI: focalizziamoci su abiti, scarpe, accessori. Si seguivano regole ferree:
Vestirsi decentemente anche nell’indigenza - acquisti di taglie più grandi per crescita - tecnica del rovesciamento ossia giacca presa-scucita-scomposta. La parte esterna diventa interna e viceversa. Ricucita tutta = New Look. Disfare maglioni e sferruzzare con recupero lane di varia provenienza. Un paio di scarpe buone stra-mega-ultra rattoppate. Bottoni, ritagli, pizzi, anche rotti.
“Rancurare tutto”.
OGGI: maggio 2009 a casa della Super Over Leda Siliprandi (l’avete già apprezzata). Un metro e cinquanta di energia pura che sgorga da una mente eclettica, avida di cultura e osservazione. Necessità incontenibile di esprimere e indossare l’Originalità.
Artista che, con il fluire del tempo, sconvolge sempre più per creazioni (cercatela su Google).
Il suo must: solo materiali di recupero, con preferenza in campo tessile.
Da scarti crea nuove entità estetiche. Stoffe, maglie rotte, vecchi ma preziosi nastri scatenano in Leda un’immagine armoniosa di tale buon gusto e perfezione nella realizzazione da lasciare senza parole.
Esprit Libre – condicio sine qua non –, abbondanza di materiale accumulato negli anni, accurato studio, manualità perfezionista.
Leda: donna che incarna sensibilità e interpretazione dei desideri femminili in termini di estetica e personalizzazione per coloro, come lei e me, che fuggono il conformismo che odora di budget dell’attuale fashion system. Assistiamo a uno smuoversi della coscienza collettiva per un’originalità e una quotidianità ecosostenibile, anche nel costo. Le griffe si lanciano in linee fair-trade, tessuti 100% bio, abiti a impatto zero. Essere “Eco” è sinonimo di “Trendy”?
Avverto puzza di giro d’affari più che di volontà ecologista!
L’arte del riciclo sta divenendo sempre più chic?
Temono il fiorire di corsi di cucito? Del giro dell’usato? Degli scambi? Del recupero?
Temono noi, donne pratiche, che ci ingegniamo in fantasia ed economia, come insegnano Leda e altre mitiche che frequento?
Ridare dignità agli oggetti, integri o rotti. Rileggere e frenare il gesto del gettare.
Il copiare lo lasciamo a chi si appoggia ai kit fai-da-te (comunque fa bene), il produrre arte a lei, che elabora con la mente l’opera prima di plasmarla in una spasmodica e maniaca ricerca del dettaglio perfetto. Borse eleganti o pratiche che toccano tutti gli stili, minuziose e preziose alleate anti plastica. Shopping-bags anche per la spesa; occhio all’ambiente e alla civetteria femminile. Spille, collane, sciarpe, borse. Quasi impossibile non restare sedotte dalle sue creature. Provato…guardate un assaggio nelle due foto. Io le uso tantissimo!
Rifiuto con affetto = negazione di usa e getta.
Abbiniamolo alla femminile abilità nel recupero (per le nostre ave non si trattava di creatività, piuttosto dovere di brave massaie). Ennesima riscoperta dell’acqua calda. Quante Over potrebbero darci contributi incredibili, rivangando gli armadi e nella loro esperienza estetica. Miniere!
Riciclare e Arte.
Utilizzo di un vocabolo che puzza di pattumiera sposandolo alla più elevata espressione del genere umano. Messaggio che deve valicare la frontiera della diffidenza, del bon ton, degli outlet.
Non vi fa rabbrividire questo modo, questo nuovo mondo? Riscoprirete il piacere sensoriale che donano stupore e ammirazione per la fantasia.
Leda è “Una grande”; partecipa a mostre e concorsi in tutto lo Stivale.

NOTATE BENE:
Crisi, calamità naturali, sensi di colpa: cosa migliore di arte-design-ecosostenibilità divertendosi a creare? Farà tanto sartina, ma la soddisfazione è impareggiabile e poi, seriamente, è giunta l’ora di riqualificare il ciclo economico del “Rifiuto”.
Etica della riconversione di oggetti per approdare anche alle “Feste del baratto”.
Noi donne non ci scambieremmo forse volentieri abiti, borse e varie in salotto allietate da dolcetti, tè e buona musica?
Pensateci, vorrei sapere.
Sono curiosa = curiosità base della creatività. Io mi definisco creativa anche solo perché penso sempre a modo mio, ho uno “stile” mio nel vestire e sono in armonia quando lo esprimo.
Via con il dibattito

5 commenti:

KatiaC ha detto...

Il lavoro nobilita l'uomo ma per lungo tempo ha debilitato la donna.
Ago e filo erano una volta uno dei pochi strumenti per esprimere la propria creatività.

Maddalena ha detto...

Cappe, hai una valigia di ricordi e citazioni così interessanti, perchè non le raccoglie tutte.

Cappe ha detto...

Come potrei fare cara Maddalena? Anche tu Katia, datemi una idea.
Se ritenete sul serio che possano essere interessanti, come potrei muovermi?
A dire il vero ogni articolo mi ''costa'' un'intervista, un lavoro sottostante di una certà entità...però è gratificante, mi diverte, conosco un sacco di gente e insomma mi piace.
DATEMI SUGGERIMENTI TUUTE VOI DEL BLOG SE CI SIETE, ANCHE LE DONNE DI DOMINO EDIZIONI...
Help.
Grazie grazie grazie
CAPPE.
P:S: non mi avete detto che ne pensaT dell'arte del riciclo. Comprereste mai abiti usati per sistemarli?

Maddalena ha detto...

Io adoro riciclare e mi piacciono da morire i negozi dell'usato, purtroppo dove abito io non ce ne sono. Ma mi piace l'idea di indossare cose che sono state di altri ...

Cappe ha detto...

Io non trovo nulla di scandaloso, nè di così nuovo o dovuto a crisi finaziarie. Penso a quando ero ragazzina, nel mio quartiere di case popolari dove gli scambi di abiti da famiglia in famiglia erano quotidiani al seguire della crescita dei figli e dirò con quanto ardore attendevo la borsa dei vestiti che la cugina ricca di mia madre mi faceva avere dopo che la figlia li aveva dismessi.
Che bei ricordi!
CAPPE

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