lunedì 2 febbraio 2009

Estremamente




E ti parlo di me
a cura di Antonella Passoni


Continuo a camminare senza girare lo sguardo. Se mi fermo sento la paura di una volta e ritorna un nero denso, senza luci che segnalano la strada, senza impronte da seguire.
Dietro alle mie spalle c’è la morte senza morte. Si nasconde dentro le doline erose di una valle tagliata a metà da una ferita. Dentro scorre l'acqua e dalla sua profondità esce un respiro che mi spinge a continuare, anche se i miei passi, sono sempre in equilibrio sull’affilata cresta della consapevolezza.
La luminosità di una stella, ad ogni epifania si ferma per una notte sulla mia mano. Sorride serena, con quel sorriso che è come una carezza profonda dentro al cuore. Ma è il cuore che ascolto; lui sa e mi racconta con i suoi salti di capriolo, cosa devo fare. Le sue impronte rosse sulla neve parlano chiaro. Raccontano di tagliole e di esche avvelenate. Chiuso in una gabbia era costretto a bere da un secchio sporco.Ora è libero di correre dentro altri boschi insieme ai lupi.Cerca una ghianda da mettere in tasca,una sorgente per capire.Trova caverne tiepide dove dormire e ripararsi dall’inganno.
Guardo le mie carte e accanto al fuoco si siede il mio destino. Non mi legge la mano, ma mi indica quali giocare. Sono sempre carte di fiori, quelli che nascono in primavera, tra le ghiaie ed i temporali. Fioriscono senza terra, con i fulmini e il vento.
Sono di nuovo in cammino, a metà tra l’ombra e il sole.Non faccio domande. Raccolgo un’altra radice e la metto sotto i denti. Quando incontro due larici ricoperti di brina, sorrido. Hanno i rami piegati dal peso del ghiaccio, ma non si spezzano. Sono puri e trasparenti come il cristallo e si guardano complici.Sorrido ancora continuando il mio cammino.
Per il solo piacere di esistere.

5 commenti:

Maddalena ha detto...

Che lirismo, è poesia. Complimenti.

Anonimo ha detto...

...grazie...
anto

Anonimo ha detto...

Un viaggio lirico dentro te stessa, forse senza fine, forse oltre te stessa. Correre sul filo di rasoio della ragione può fendere il buio, ma non completamente, a volte come avevano intuito gli Illuministi che amavano vivere al confine con le tenebre, libera incubi. Tuttavia, fai bene a non voltarti indietro come Orfeo. Spesso alle spalle si trovano ricordi che sono morti per eccesso di lirismo.
Ciao. Da Vladimiro

Anonimo ha detto...

Un modo per difendersi dai fantasmi che spesso rendono le notti insonni,credo sia cercare di addomesticarli con le parole e per chi ci riesce, con la poesia.Ti ringrazio per l'attenzione che mi hai dedicato.
Antonella

Anonimo ha detto...

Grazie per dare voce a emozioni così lontane, mai sopite. A paesaggi familiari, a fiori mai sfioriti. Un abbraccio, mandi Livia

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