domenica 22 febbraio 2009

Di mamma (non) ce n'è una sola















Extraterrestre portami via.
A cura di Anna Grazia Giannuzzi

Anche ad essere molto convinti di quello che si fa e di quello che si pensa, può capitare di incontrare persone al cospetto delle quali si finisce con il pensare che sarebbe meglio che gli ufo esistessero: e portatemi pure via per fare terribili esperimenti scientifici sul mio corpo inerte, tanto non potrei stare peggio di così.

La parola è scuola. Non voglio parlare degli insegnanti che esercitano con gli studenti (ho avuto una mamma maestra – lei preferisce che si dica insegnante elementare - ed una caterva di professori e presidi nelle file dei parenti, quindi conosco ed evito) ma di quegli ex insegnanti ai quali vengono affidati compiti amministrativi, ed anche di quelli che sono oggi definiti i dirigenti, i manager della scuola.
Quelli che si trincerano dietro un regolamento, che godono, come ippopotami ammollo nelle paludi africane; quelli a quali la burocrazia concede ampi spazi per coltivare l’illogicità ed a cui consente di sentirsi a posto rispondendo: ma io ho solo girato la maniglia della doccia. Già, peccato che nei tubi non ci fosse acqua, ma Cyclon B.
Vedete il punto forse non è nemmeno questo. È, forse, l’incapacità totale di mettersi al posto di qualcun altro, non dico di partecipare addirittura con il cuore. Dico di ragionare, di accettare con la testa che un’altra persona può soffrire in conseguenza di un mio comportamento, e conseguentemente che devo mettere in dubbio la legittimità del mio comportamento e decidere di non ripeterlo.
Posso non addossarmi la colpa di averlo fatto una volta: state mille motivazioni oggettive potevano spingermi a ritenere che quello che facevo non avesse alcuna controindicazione. Ma se, pur venendo informato che quello che ho fatto si è dimostrato sbagliato, continuo ad insistere e rifiuto di sentirmi responsabile del non doverlo ripetere, allora come posso essere chiamato?
Il punto è, e dico ancora forse, che non pensiamo prima di agire ed accettiamo il rischio, magari inconsciamente, che qualcosa non vada. Ma siamo altrettanto pronti a scrollare le spalle ed reclamare che la soluzione del problema non spetta noi.
Il mio problema è un elenco di nomi (scusate ma a me torna insistentemente il paragone con le liste degli ebrei, non posso farci niente). Mi è stato detto che esiste un regolamento secondo il quale gli elenchi degli alunni di ciascuna classe sono composti da nome cognome e luogo di nascita.
Ho contestato che in questo modo se io fossi nata a New York sarei considerata straniera. Mi hanno risposto che i regolamenti non li fanno loro. Ho contestato che sulla base di questo elenco mia figlia adottata e nata a Bogotà, ma cittadina italiana è stata indicata come straniera ed è stata incaricata di favorire l’inserimento di un bambino proveniente da Cali, appena arrivato in Italia con i suoi genitori, perché potava parlare in spagnolo. Ora mia figlia non parla lo spagnolo, e saranno anche fatti suoi perché non lo parla, e non vedo perché debba fornire spiegazioni a tutta la sua classe ed al vicepreside. E non è straniera, è cittadina italiana.

- Quindi lei mi dice che quello è successo a mia figlia succederà ancora, giusto?
- Gli elenchi non li faccio io, me li manda la segreteria.
- Mi scusi, ma non sarebbe possibile, visto che usate il luogo di nascita come indicazione della cittadinanza, aggiungere che so, un asterisco per indicare che luogo di nascita e cittadinanza non coincidono? Ho tanti amici nati all’estero che si sono naturalizzati italiani e come tali si comportano e vanno trattati.
- Mah, non so, c’è anche una questione di privacy, pensi che non possiamo nemmeno indicare se un alunno ha un handicap.
- Ho capito, ma mia figlia è stata messa in difficoltà davanti a tuta la classe, ha dovuto rispiegare che è stata adottata ed anche perché non parla spagnolo. Anche questo mi pare non in linea con le norme sulla privacy. Questo momento di attenzione sulla composizione dei legami familiari ha fatto molto male a mia figlia, facendole rivivere in un modo brusco ed insolitamente doloroso l’abbandono da parte dell’altra mamma ed il distacco da un paese in cui ha vissuto per nove anni. E a quello che è successo non si può rimediare. Però si può evitare che accada la stessa cosa ad un altro ragazzo o ad un’altra ragazza accolti in una famiglia basata su legami d’amore e non di sangue. Cosa mi risponde?

Le risposte non me le ricordo. Gli ho promesso che il regolamento glielo cambio io, mi sono informata, mi sono consultata con la Sovrintendenza scolastica, ho scoperto che posso raggiungere qualcuno che lavora presso il Garante della privacy a Roma, e sto cercando di buttare giù una proposta di modifica di questi elenchi inutili, indicando anche alcuni accorgimenti per i bambini adottati. Mi hanno detto che il tutoring è effettivamente una modalità di integrazione per gli alunni stranieri. Stranieri, appunto. Ma è davvero possibile che non sapesse come è composta la classe?

Con quella persona ho tentato l’impossibile.
- Sa cosa le voglio dire, nessun regolamento e nemmeno nessuna legge costringe chi la deve applicare a farlo, se la legge o il regolamento si rivela illegittimo, o peggio inutile o dannoso. Io che lavoro in una pubblica amministrazione mi sono fermata tante volte ed ho pensato al senso di quello che stavo facendo. Pensare si può. Sempre. Ed io vorrei tanto che le mi dicesse che lo farà, che ci penserà sopra.

Morale della favola: sa signora, noi non sappiamo proprio che fare con questi stranieri, non li conosciamo, non li capiamo.

Allora, potendo scegliere non era meglio essere rapite da un ufo?

3 commenti:

Maddalena ha detto...

Cara Anna Grazia, l'insensibilità, la mancanza di tatto, l'incapacità di percepire il dolore altrui fanno parte dell'ignoranza; e non si sa perchè ma i portatori non sani di questo virus, si annidano per lo più nella pubblica amministrazione. Come sempre non tutti, ma tanti. Mi è capitato tante volte di "cozzare" contro questi individui e mi sono chiesta soprattutto il perchè di questo loro comportamento e sono arrivata ad un'amara conclusione, sono individui che rivestendo un ruolo di "potere", ne abusano perchè hanno da rifarsi di frustrazioni personali. Purtroppo non c'è nessun antibiotico che possa debellare questa malattia. Io spero sempre di potergli rendere la pariglia prima o poi; sai come dicono gli orientali, mi siedo sulla sponda del fiume ed attendo il cadavere del mio nemico ... .

Barracuda ha detto...

Carissima Anna Grazia, La chiamo così perchè l'ultima ho ricevuto sonore bacchettate... e quindi mantengo il politically correct! Veda, Lei è burocrate e, quindi, conosce perfettamente i mali della burocrazia. Il problema è che l'uso del burocratese serve a tutti coloro che non sanno bene cosa dire e non gli importa molto approfondirlo. Conosco insegnanti e dirigenti scolastici molto capaci, così come conosco burocrati (prefetti, ministerialucoli vari, tecnici degli EE.LL. ecc.) terrificanti!! Ma, carissima Giannuzzi (correct), Lei è livida di rabbia e le sue azioni rischiano di essere macchiate da un malsano autolesionismo. Usi la Sua intelligenza (Lei che è partenope e, quindi, geneticamente propensa allo scopo) e risolva la questione diplomaticamente! E prepari una bella pastiera, che sta arrivando Pasqua... e gliela faccia mangiare alle Sue graziosissime figliuole... Le faranno un bel sorriso e passerà tutto! Ciao (e non mi sgridi...).

Barracuda ha detto...

Carissima Anna Grazia, La chiamo così perchè l'ultima ho ricevuto sonore bacchettate... e quindi mantengo il politically correct! Veda, Lei è burocrate e, quindi, conosce perfettamente i mali della burocrazia. Il problema è che l'uso del burocratese serve a tutti coloro che non sanno bene cosa dire e non gli importa molto approfondirlo. Conosco insegnanti e dirigenti scolastici molto capaci, così come conosco burocrati (prefetti, ministerialucoli vari, tecnici degli EE.LL. ecc.) terrificanti!! Ma, carissima Giannuzzi (correct), Lei è livida di rabbia e le sue azioni rischiano di essere macchiate da un malsano autolesionismo. Usi la Sua intelligenza (Lei che è partenope e, quindi, geneticamente propensa allo scopo) e risolva la questione diplomaticamente! E prepari una bella pastiera, che sta arrivando Pasqua... e gliela faccia mangiare alle Sue graziosissime figliuole... Le faranno un bel sorriso e passerà tutto! Ciao (e non mi sgridi...).

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