venerdì 16 gennaio 2009

BRUCIAPENSIERI


Manifesto per il maschio
A cura di Gregorio Scalise

Il titolo completo sarebbe “Manifesto per l’eliminazione del maschio”. Ho pensato che la parola “ eliminazione” proprio in apertura non sarebbe stato bene, così ho glissato. Adesso sembra uno scritto a favore dei…. e invece è tutto il contrario. (In realtà non si sa mai come sistemare le cose, stretti come siamo fra contenuti e comunicazione.).
Il testo è stato pubblicato dalla editrice ES ( Milano) nel 1994, ma è stato scritto nel 1967, titolo originale Scum Manifesto, l’autrice è Valerie Solanas. Devo averlo acquistato su una bancarella , mi sa, perché c’è una dedica di una donna ad un “ maschio”, con data 10 aprile 1997, Bologna-Roma. L’ha scritta sul treno?( E se sì, a che ora?). “Al maschio che mi ha insegnato ad innamorarmi dell’amore”, dice Anna ( il cognome ovviamente non lo riporto).
Ora, o Anna scherza, ed è una bella idea, o ha capito una cosa completamente diversa. Il manifesto della Solanas è a dir poco feroce, e sì, i maschi vanno eliminati, come esseri parassitari ed inutili.
Peccato che la Solanas debba in qualche modo allargare la sua analisi portandola anche contro il sistema in generale e quindi seguire strade impraticabili come la proposta dell’eliminazione del denaro, se le donne prenderanno il potere.( E potrebbero riuscirci in poco tempo, essendo più mobili e intelligenti.) Si capirà che le “ quote rose” vanno al diavolo, l’elemosina è esclusa.. A“ quei tempi”, e lo si faceva volentieri, era inevitabile fare della ideologia-utopia, insomma cimentarsi in una destrutturazione completa della società era quasi un obbligo.
La Solinas, seguendo questa strada, dà luogo a parti più che discutibili. Tutto il resto dell’invettiva,invece, pur nel suo integralismo, cose vere ne dice sugli uomini. La casa editrice ES ha una “ piccola biblioteca dell’eros” ed è impossibile non segnalare alcune chicche, come quella di Pierre Louys (“ Galateo erotico per fanciulle, onanismo senza respiro) o il celebre “ Taxi” di Violette Leduc, cui si aggiungono classici come Balzac, Bataille, De Sade. Ma di erotismo nel manifesto non c’è traccia, anzi, si ricorda come gli uomini non siano adatti per questo genere di cose, non sanno far niente, non sanno amare, trovano impossibile pensare a qualcosa che non siano cose che loro riguardino direttamente, e in genere sono cose volgari e pratiche, come mangiare, scopare, fare la guerra, lavorare.
Insomma non si distaccano da se stessi neppure per un secondo. Secondo un reportage del Village Voice del ’68, ad un certo punto, mentre Andy Warhol e la Solinas ( qui è chiamata così) stanno parlando e lui risponde al telefono, Valerie estrae dalla tasca dell’impermeabile una 32 e gli spara tre colpi. La polizia poco dopo la cattura e viene anche intervistata: “ Perché ha sparato?”- le chiedono: “ Ho un sacco di ragioni molto serie. Leggete il mio Manifesto”. Il manifesto, quello pubblicato da ES, è un ciclostilato ( come usava allora) di 21 pagine , intitolato Scum, Società per l’eliminazione del maschio. La Solanas non è lesbica ma è divorata da un disprezzo totale per gli uomini. “ E’ stramba, dice un suo conoscente, anche per la Factory, ma era simpatica, molto cordiale”.
E qualcosa di simpatico la Solanas lo ha anche sotto quella scorza di donna guerriera in lotta con tutto il mondo. Nel 1978 appare una intervista in cui la Solanas ricorda di aver portato una commedia a Warhol dal titolo “ In culo a te”. Le altre femministe americane hanno addolcito le loro posizioni, le ricorda l’intervistatore. Erica Jong scrive che non ha paura di mangiare cosce di pollo con l’uomo che ama,mentre Betty Friedan dice che non c’è niente di male a cucinare per il proprio maschio.
Ma la Solanas non demorde: “ Il sesso è una gran perdita di tempo.Il culto dell’uomo è qualcosa che per me non è mai esistito.Sono stata eterosessuale, omosessuale, prostituta. E ora il sesso mi annoia: “E’un viaggio nel vuoto”. E che sia per lei un viaggio nel vuoto lo dimostra la veemenza del Manifesto: l’uomo è in realtà una femmina repressa e scarica, marchia con questa sua infelicità le donne che per loro sventura lo incontrano.
“Per non dubitare di essere un ‘Uomo’ il maschio deve esigere che la femmina sia una ‘Donna’, cioè l’opposto di un ‘Uomo’. E poco dopo aggiunge, lasciando il suo lettore di sasso: In altri termini la femmina deve comportarsi da checca”. E subito dopo fa esplodere tutta la sua rabbia contro le femmine traditrici del loro sesso, cioè le borghesissime figlie di Papà. E’ con grande docilità e facilità che “ queste piccole checche” si adattano al ruolo richiesto, dal momento che sin dall’infanzia vengono loro “ estirpati” gli istinti femminili ( In un certo senso, c’è una certa somiglianza con le fanciulle di Louys, che si masturbano in ogni dove, quasi per rivolta). Assistiamo, in definitiva, ad un grande camoufflage per cui le donne, pardon, le femmine ,presto diventano altro da sé.
Il maschio non ha fiducia in se stesso, deve correre da sua madre che presto si immagina che sia la prima femmina che incontra. “Il maschio ha un’acuta consapevolezza dell’individualità femminile; è incapace di comprenderla, di comunicare con essa”, (…) ne ha paura e invidia. Non esiste l’invidia del pene, esiste invece l’invidia dell’uomo nei riguardi della femmina e basta analizzare le modalità di difesa dell’uomo ( sempre sulla difensiva) per vedere l’intensità cui è costretto a ricorrere per respingere la propria passività e il proprio desiderio di essere come “l’altro sesso”.
Il maschio non ha nessun rispetto per “l’intimità”, non sa neppure cosa sia, egli è vuoto, isolato, privo di io e trova naturale stare sempre con le donne e insinuarsi come un parassita nel loro pensiero, nella vana speranza di diventare finalmente femmina. Il maschio che si è spinto più lontano (accettazione della propria passività, del desiderio di essere femmina) è la checca. Ma la checca ha una identità ma non una individualità: in pratica cerca di sbarazzarsi dei suoi problemi, ma è incerto sulla propria femminilità e per rimediare si conforma allo stereotipo femminile, il quale stereotipo è inventato dagli uomini e così la checca si riduce fatalmente ad essere una marionetta.
Questo è soltanto un fior da fiore del Manifesto. Esistono passaggi ancora più acri e sbalorditivi, e forse persuasivi,qui non riportati per questione di spazio non per censura. Ma è un delirio, diranno alcuni. Come si fa a proporre una cosa simile, diranno altri: eppure. Fatta salva la distanza che ci separa dalla Solanas, possiamo leggere questo suo teatro della crudeltà con occhio più critico e a tratti benevolo ( lei si incazzerebbe ancora di più, ovvio). E soprattutto possiamo capire che sotto la tagliente e se volete delirante polemica si nascondono dei punti essenziali.
Chi scrive pamphlet lo sa. Si esagera sempre, anche se non si vuole. Per cogliere certe verità occorre darci dentro e la Solanas non si tira indietro. Sarebbe troppo facile rispondere alla Solanas: passivi, incerti, femmine represse, gli uomini, d’accordo, ma chi ha fatto il Canale di Suez, i templi vicino alla Cambogia, il colosso di Rodi, la Gioconda, l’atomica, il telefono, I miserabili, Le allegri comari di Windsor….
In realtà le verità della Solanas per essere apprezzate e discusse devono essere recuperate sotto le enormi macerie delle ideologie.

26 commenti:

Anonimo ha detto...

egregio sign. Gregorio Scalise, adopero lo pseudonimo di " Anna", quella persona il cui cognome ha avuto il buon gusto di non citare,( e potreo essere,chi lo sa,proprio la oersona della dedica) per comunicarle una viva impressione: nel post precedente ci ha proposto un racconto di Musil dei primi del '900 ( ho seguito con pazienza tutta la strana discussione). Adesso se ne viene fuori con un testo che noi tutte conosciamo, credo, addirittura degli anni sessanta. Complimenti, sta venendo in qua.Ancora uno sfozo e arriveremo agli anni ottanta, almeno. Buona passeggiata Anna.

Anonimo ha detto...

carissima Anna, le rispondo subito e a caldo, così ho la scusa per dire, "non ci ho riflettuto", per dirle, dicevo, che lei proprio non capisce un fico secco. Le espressioni ingiuriose vengono cancellate, apprendo, e mi spiace moltissimo. a) innanzi tutto quella botta,mica male, però, di insinuare il dubbio di essere lei in persona l'autrice della dedica. Dedica che è almeno stravagante in quel contesto. b)il fatto che si parli delle basi della cultura da cui proveniamo, a lei fa schizzare in alto la parrucca ( è una questione di date, niente di personale)..e vorrebbe che si parlasse della cultura di oggi, che, mi spiace, non c'è o c'è poco.Fra i due universi, anni 50-80, e quelli successivi, sino ai giorni nostri, c'è un abisso. Comunque raccolgo sfida e invito e ci penserò. A non più risentirla, Gregorio Scalise

Diomira Pizzamiglio ha detto...

Caro Gregorio,
tutte le volte aspetto con ansia i tuoi post.
Mi piace leggerti, hai uno stile accattivante.
Oggi ero al lavoro, ma non ho resistito.
Ho aperto il blog, so che non si potrebbe, ma ho fatto in fretta un copia incolla del tuo pezzo e poi ... come a scuola con i bigliettini sotto il banco, ho letto e gustato ogni parola, di nascosto.
Ogni volta mi vergogno dei miei straccetti di cultura.
Dai libri che non ho letto ai luoghi che non ho visitato....alle persone che forse si sono sedute accanto a me sul treno e io non ho saputo incontrare.
Peccato non poterti leggere più spesso.
Mi piacerebbe conoscerti.

Anonimo ha detto...

cara dianira, grazie per la comunicazione, così gentile.. mi ha fatto ridere la faccenda del leggere sotto banco..sono andato a vedre l'ora della risposta, 17.23, pieno pomeriggio.( Ah, già, potresti averla scritta dopo..) .Da una parte mi spiace di suscitarti quelle sensazioni ( un altro libro, un'altra persona, un altro luogo)..ma in effetti, se ci pensiamo, cercando di conoscere, di leggere, si sviluppa un po' alla volta una specie di esistenza altra che con quella che viviamo nei fatti, ha dei rapporti un po' strani ma in fondo li ha.Speciali? Non credo. Solo diversi. Anche a me farebbe piacere conoscerti. a presto, gregorio s.

Diomira Pizzamiglio ha detto...

Anche la concezione del tempo è diversa, tu dici pieno pomeriggio, per me è l'inizio della sera.
Mi resta ben poco d'altro da fare: incontare mio figlio, talvolta abbracciare mio marito, preparare la cena e, se la stanchezza non mi assale, scrivere agli amici.
Sì caro Gregorio la sensazione che ho leggendoti è proprio quella della scuola, il prof che parla e io che cerco di capire, ricordare, assimilare ... come una sanguisuga.
Non mi sento ancora fuori dal banco di scuola, anche se talvota mi alzo e mi avvicino alla cattedra, per chiedere consiglio, pietà non son preparata oppure "aiuto"! Perchè qualcosa ho capito, ma da sola non ce la faccio....E ritorniamo al tempo ....
http://www.petitiononline.com/amicar01/petition.html

Grazie Gregorio.
Un abbraccio, Diomira

Anonimo ha detto...

caro scalise, in effetti i suoi post sono sempre interessanti.. lasci stare la storia sollevata dall'altra lettrice, mi spiace l'abbia fatta arrabbiare.Arrabbiare? Credo che lei abbia fatto finta, oggi sono sicura che non ci pensa più.I rapporti uomo-donna, di cui oggi si parla tanto, e anche a vanvera, credo siano determinanti per la vita spociale..fa bene a centrare il discorso su questo.Non conoscevo lo scritto della Solanas, cercherò di procurarmelo. Grazie e a presto. Marittima

Anonimo ha detto...

cara diomira, grazie intanto per aver fatto finta di nulla, ho sbagliato al netto il nome..l'avevo scritto sul bloc notes, e quando sono andato a rileggerlo.. strana questa sensazione della scuola..che continua.. penso che se qualcuno denuncia qualcosa di strano è perchè se ne accorge.. la società come scuola, ancora come scuola,potrebbe essere una interpretazione.. ho visto al termine della lettera un lunghissimo sito. Andrò a vederlo. C'è un motivo? a presto gregorio s

Diomira Pizzamiglio ha detto...

Caro Gregoria, il motivo è proprio la scuola ...
E' il mio cavallo di battaglia, la petizione 0n-line a favore di una legge sulla dislessia.
Me la porta dietro ovunque, ormai è un assillo.
Ma è importante perchè è a scuola che si amano i libri e si impara quanto è bello il sapere.
I maestri ci formano e noi impariamo ad essere maestri a nostra volta.
Se vuoi possiamo parlarne
p_diomira@hotmail.com
Un caro saluto e buon week end.

Diomira Pizzamiglio ha detto...

Accidenti, stavolta ho sbagliato io e di brutto pure....
che vergogna!
Perdonami!
Un bacio virtuale per farmi perdonare, D.

Anonimo ha detto...

cara diomira, non ho proprio capito dove avresti sbagliato e di brutto anche. Ho riletto un paio di volte la tua ultimza e non ho trovato niente. Certo, la cosa è nobile e anche indispensabile, ma non dovresti lasciare che si trasformi in ossessione..anche se con tutti gli ostacoli che incontrerai.. insomma è più facile a dirsi che a farsi,ma è bene dirlo lo stesso.Buona domenica, a presto gregorio s

Diomira Pizzamiglio ha detto...

Ehhh, questi uomini di pensiero.....
Ho esordito con Caro "GREGORIA".
Una svista che tale è rimasta.
A presto, D.

Anonimo ha detto...

....così anche un post come il suo, Signor Scalise, che mostra lati interessanti, finisce per essere letto rapidamente. Chi se la sente di contestare la Solanas, oppure di dire che ha ragione, oppure, come lei suggerisce ...sotto le macerie ci sono cose da prendere in considerazione? Cosa ci sta preparando per la prossima volta? Scusi la curiosità, a rileggerla, Maria Antonietta

Anonimo ha detto...

cara Maria Antonietta, grazie per la domanda..ha visto il film di Coppola( jr)..no, era solo una curiosità collegata al nome.Per il prossimo mese sicuramente ci devo ancora pensare.Ho diverse strade fra cui scegliere: leggermi molto del blog e aprire con un argomento che sintetizzi i vari argomenti, certo è un'idea per coinvolgere le persone.Oppure un avvenimento collegato a quei giorni, oppure una previsione per i prossimi mesi,oppure un diario di lavoro ( ma è personsale), oppure parte del saggio che dovrei scrivere per quel periodo,su Pinter,oppure..in effetti una strada precisa non ce l'ho. Dovrei trovarla in modo da poterla trasgredire con grande felicità.Oppure: un argpomento generale del tipo: 2009, anno molto, ma molto loffio...oppure sulla felicità della trasgressione. Vediamo: trasgressione come forma di ubbidienza in epoca contemporanea, in quanto i " materiali" che ci vengono offertti - diciamo in senso lato- sono già intinti nella trasgressività, e così trasgredire signigica diventare ubbidienti e conformisti. Non è del tutto limpido, ma mi pare che sia abbastanza vero. E' d'accordo? Certo che no. a presto, gregorio s.

Anonimo ha detto...

caro signor scalise, non ho capito molto del discorso che ha fatto..innanzi tutto non sono una patita della trasgressione.. inoltre, secondo me, ci sono molte cose cui quelli come lei hanno dato un nome, in significato, per noi non è più così..insomma la trasgressione, almeno per me, è un nome senza nome.. non so se mi sono spiegata, forse no, alla prossima, Maria Antonietta

Anonimo ha detto...

cara antonietta, provo a corrispondere ancora anche se..avevo pensato di costruire un discorso del tipo la trasgressione è una forma di conformismo, ubbidienza, lei mi risponde che alla trasgressione non pensa mai ...insomma toglie tutta la dialettica alla questione.. noi non trasgrediamo e non ubbidiamo.. semplicemente siamo.E siccome tutti i pareri vanno valutati, finisco per pensare anch'io che sia così. Noi siamo. Lei è, e io pure.Che ci importa del resto? Mi verrebbe da chiudere con una frase impertinente.. non lo faccio.. se la immagini lei,ma che sia il massimo dell'impertinenza, mi raccomando. a presto, gs

Anonimo ha detto...

Ti prego
Gregorio, non assolvere all'acido auspicio della pseudo Anna; rimani al tempo dei Musil e delle Solanas, io mi aggiro, addirittura, per i neri sentieri di un '800 sempre vitale.Purtroppo, le straghe non sono ancora tornate. Si vedono, però, in circolazione ancora delle pseudo streghe che, degli anni '60 forse, hanno hanno letto tutto e male.
da parte mia, preferisco fare il passatista, munito di pochi vecchi testi che, letti ancora con passione, mi sanno aprire sempre molteplici nuovi orizzonti.
Un caro saluto, da Vladimiro

Anonimo ha detto...

miei cari le streghe ci sono eccome, basta vederle

Sabrina.com

Anonimo ha detto...

cara sabrina, " le streghe ci sono eccome",tu dici, è un argomento che ha tirato fuori Vladimiro, io non ci penso molto,forse non so neppure con esattezza cosa siano..ho lontani ricordi di un testo, bello, di uno storico frsancese..poi lettura dei processi, altro.Tu dici che ci sono, eccome. Vuoi illuminarmi? Dici che basta vederle.. e le vede chi sa. Io so poco. Un bel saluto,a presto gregorio

Anonimo ha detto...

caro Vladimiro, grazie della tua..ti rispondo dal "fronte del novecento occidentale" (...adesso che ci penso al posto di Bruciapensieri, troppo novecentesco, potrei chiamare la rubrica d'ora in avanti così, " Dal fronte del novecento occidentale"...un po' Remarque, in effetti) , dunque io sono fra Musil e la Solanas, tu nell'ottocento. Le coordinate che mi hai dato in effetti " ideologicamente" mi appartengono e mi racchiudono, anche se non nella scrittura.. si vede che prescindo..ma non so se è soddisfacente chiudersi negli ambiti di competenza...se hai pazienza di leggere la corrispondenza della rubrica, diciamo gli ultimi due mesi, vedrai che in effetti c'è un continuo rimpallo su una idea di modernità..io tendo a farvi includere le esperienze del '900 che mi sembrano fondamentali..le corripondenti tendono a prescindere..sarà anche giusto .. ma mi chiedo poi di cosa si occupino le escludenti e cosa pensino..E' singolare, tuttavia, che tu abbia ritagliato con estrema facilità due zone territoriali ( '800 e 900).. ponendole quasi alla stessa distanza del contemporaneo. Posizione saggia, troppo saggia, che, come puoi immaginare mi preoccupa un po'. a presto, gregorio

Anonimo ha detto...

...non so come erano le streghe di ieri, o quelle di oggi che hanno letto tutto malamente, come dice quella persona che si chiama Vladimiro, ( cosa è, uno zar?)..è vero invece come dice Sabrina, ci sono quelle di oggi. Abbiamo imparato dalla storia e non ci facciamo più riconoscere. Chi ci vede vuol dire che ha occhi stregati e non ci farà del male. Esistiamo oggi e siamo tante invisibili...Dolce strega

Anonimo ha detto...

cara dolce strega, ma perchè non lasciate il nome? ah, già siete streghe...sono contento che siete tante e tutte invisibili ( e perciò un po' ininfluenti)..chi vi riconosce ha occhi stregati, sa e vi ama. Sia.Ma, ci hai pensato?, potrebbero sorgere nuovi cacciatori.. come in Blud Ranner (.. ho p aura di av er sbagliato la grafia..) dove c'era un cacciatore che sapeva riconoscere: occhi speciali, cultura specializzata, lettura dei segnali anche misteriosi, buon fiuto, conoscenza degli odori della strega, le traccia che lascia,insomma nuovi cacciatori. Comunque mi auguro che non ci sia questo pericolo , a presto nuova strega... no, dolce. gs

Anonimo ha detto...

Caro Gregorio, certamente sai che bl'eccesso di saggezza confina con la follia la quale può anche preoccupare, ma, talvolta, permette di annullare artificiosi intervalli di tempo fra le varie epoche. Certo, non tutte le vacche sono nere, in fondo, le streghe che sto rimpiangendo, mi hanno insegnato ad apprezzare le differenze. Amo le streghe che considero fate in incognito e, quindi portatrici di meraviglie.
In fin dei conti, "L'uomo è antiquato", come dimostra Gunther Anders - guarda caso, un mitteleuropeo come Musil-.
Un altro caro ciao, Vladimiro

Anonimo ha detto...

cara sabrina, ho visto solo da poco l'ultimo libro della Gruber Le streghe ( donne italiane)..mi auguro che non ti basi quello per dire che le streghe ci sono e basta vederle. Senti, perchè non ti leggi invece qualche buon libro, che ne so, Camille Paglia, Sexual Personae? E' del '93 ( traduzione italiana) ma mi sembra ancora buono.Non siete stufe di tutta questa sottocultura? a presto, gregorio scalise

Anonimo ha detto...

caro vlad, grazie per la risposta. Sabrina, credo, si riferisse all'ultimo libro della Gruber,( Le streghe.. le italiane), le ho consigliato invece Camille Paglia (Sexual Personae). E' del ' 93, ma credo sia ancora buono. Quanto alla saggezza/follia - in tutta umiltà- non credo sia un problema che " ci " riguardi. ( scusamo per il " ci").Ce ne vuole parecchia di saggezza credo per spuntare nella radura della folia.Personalmente mi sento al sicuro. a presto, gregorio

Anonimo ha detto...

caro signor Scalise, lei non lo sa ma mi capita di leggerla e lo faccio volentieri...solo dei poeti un poì così non possono riconoscere che lei sia fra i più importanti poeti almeno della nostra città.. la sua prosa è leggera e divertente e potrei farle anche molti altri complimenti..ma perchè ( e vorrei scrivere come si permette) definisce Lili Gruber sottocultura? Un po' meno di arroganza non guasterebbe. Un saluto da dolcestrega

Anonimo ha detto...

...no,no, per l'amor del cielo..non è che infilassi la Gruber nella sottocultura, mi sono espresso male.. volevo dire ( e dico) che esistono molti altri testi..certo... c'è bisogno anche di libri e voci che registrino il presente, diano informnazioni e dati. E tuttavia anche i dati hanno bisogno di una solida interpretazione, aggiungere gli stessi in un panorama, in un orizzonte.. e tutto questo, mi pare, sia un po' assente, non del tutto, ma abbastanza.. saluti, gregorio scalise

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...