lunedì 15 dicembre 2008

Archi.D.Arte

Omnia Vincit Amor: Ledoux
a cura di Margherita Matera



Ledoux. Architetto francese. Spettacoloso. Senza date perché fuori Tempo. Passato. Presente. Futuro. Omnia.
Ledoux, che mi ha regalato una notte stellata in un mezzo cerchio perfetto.
Ledoux che ha iniziato il suo scritto (l’architecture considérée sous le rapport de l’art, des moeurs et de la legislation) con « Omnia Vincit Amor ». E questo basterebbe. Potrei fermarmi qui.
Aveva un’idea tutta sua di spazio. Egli sentiva le forme. Le vedeva e le disegnava. Alla base di tutto c’era un accuratissimo studio. Spazio. Idea. Pensiero. Psicologia.
La sua architettura sfumava nei toni del simbolismo.



Egli concepì edifici come il Tempio dell’Amore, palazzo per l’amore sessuale, la cui pianta è quella di un fallo in erezione; o il Tempio dei Ricordi, una chiesa, vasta struttura senza finestre; o il Cimitero, una catacomba a forma di immensa sfera.
L’Architettura è anche questo. È anche Visione. Insensata. Sensata. Pensata. Pesata. Posata.
L’Architettura va prima del realizzato.
L’Architettura è bizzarria. È divertente. Eccessiva. Autoironica.
La Mia Architettura non è perbenista.
Veste il mio Tempo. Me. L’Architettura sfida se stessa. Negli eccessi insoliti che a volte possono intimorire.
E Ledoux ce ne dà visione.

9 commenti:

Anonimo ha detto...

Cara Margherita,condivido le tue impressioni su Ledoux, infatti la sua lucida follia geometrica, che trova forme concrete nel profondo dell'essere, mi conferma l'intuizione di Goya,del resto suo contemporaneo, che anche in architettura la ragione degli Illuministi può generare incubi.Inoltre mi fa venire in mente alcune opere, anche se più inquietanti,di un altro grande contemporaneo,il nostro Piranesi con il suo classicismo onirico.
Da Vladimiro

maggie ha detto...

ciao Vladimiro,
grazie del commento, sempre molto interessante! la ragione illuminista di Ledoux, però, mi appare meno tormentata di Goya anche perchè appartenenti a due paesi molto diversi e questo è chiaro, (a mio avviso), nell'utilizzo delle immagini oniriche. Anche perchè lo studio di Ledoux, per quanto azzardato, aveva delle basi fortemente tecniche ed egli stesso viveva tutto sommato da buon francese illuminista, forse più eccentrico nelle forme disegnate che nei costumi. Tuttavia sono anch'io del parere che la ragione illuminista ha generato diversi incubi...e qui ci sarebbe da fare un excursus abbastanza lungo...e non solo in pittura/architettura
per il “collega”Piranesi, sai, il mio primo approccio con lui è stato su immagini neoclassiche, appunto, di paesaggi prospetticamente resi magistralmente, solo in un secondo momento ho scoperto le Carceri e ti dirò che lì, fortunatamente visto il mio disappunto per il neo-classicismo, ho apprezzato i suoi fumi futuristi e le sue scale irrazionali (vedi Escher).
Comunque, sull’uso della prospettiva per dipingere l’architettura, rilancio con Claudio Cionini, meno conosciuto e più contemporaneo, l’onirico, nelle sue tele, secondo me, è nell’atmosfera. Alcune sue tele sembrano bagnate.

Anonimo ha detto...

Cara Margherita, il paragone con Goya era riferito soltanto all'aria dei tempi, nella quale diversi geni, anche senza conoscersi,si incontrarono nel sentire comune i limiti della ragione e nell'impellenza preromantica di superarli, come aveva compreso Kant nelle sue tre Critiche.E' vero, Ledoux è un architetto neoclassico che non perde di vista la fisicità pura dei solidi geometrici, proprio come farà in pittura, quasi un secolo dopo Cesanne. Ti ricordo, tuttavia, che l'architetto francese rimase affascinato dalle fantasie ciclopiche di Piranesi.
Un affettuoso saluto.
Vladimiro

Anonimo ha detto...

Bello questo blog, ci sono molte donne intelligenti...
Leggo sempre la tua rubrica e devo dire che mi piace proprio il tuo modo di scrivere, credo sia femminile e personale. Non sei mai troppo tecnica e lasci sempre spazio alla riflessione con dei meccanismi linguistici ricercati ed elaborati.

Complimenti.

Roberto

Anonimo ha detto...

post colto,raffinato,elegante.come sempre.
antonella

maggie ha detto...

Caro Vladimiro, non sapevo che Ledoux fosse rimasto affascinato dal Piranesi. In effetti, nei loro disegni c'è una sorta di filo comune, come un po' tutte le incisioni neoclassiche, però, come abbiamo rimarcato, Essi riescono a superare certi limiti. Quei limiti che, per formazione, a mio avviso non furono superati da altri. vedi Hayez, ad esempio, ma questa è un' altra storia.
La mia ricerca su Ledoux, nata tempo fa, si fonda esattamente su ciò che tu hai colto nelle mie quattro paroline del post: andare oltre un orizzonte ordinato e impostato, soprattutto in un clima neoclassico. Ecco la scelta di proclamare la sua architettura non perbenista. Con questo non voglio dire che amo chi rompe gli schemi, perchè a volte certe rotture sono ridicole e artefatte, ma trovo interessanti coloro che, come Ledoux, Bosch, Bramante, Goya...sono riusciti ad includersi in un momnto storico, pur segnando il proprio sentire, usando appunto mezzi consueti per realizzare l'inconsueto.

maggie ha detto...

ciao Roberto!
grazie per il tuo interesse verso la mia rubrica e per il "consenso" al blog!
Continua a leggerci :-)

maggie ha detto...

Anto, sei sempre troppo carina :-)

Anonimo ha detto...

la Mia Architettura?
ahah
Quest'architettura è tutt'altro che autoironica. Terribilmente consapevole, idealista, ma non bizzarra. E' estremamente razionale.
Claude-Nicolas Ledoux

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