giovedì 20 dicembre 2007

LA DOLCE VITA DI LUDOVICA




La moda metamorfosi del corpo
a cura di Ludovica Falconi

Niente come un abito può raccontarci meglio la storia, ma che senso avrebbe senza il corpo che lo ha indossato?
Bizzarra è l’ esigenza dell’ uomo nel volerlo sempre diverso da quello che è la natura a scegliere per lui, ogni sua più piccola parte è stato oggetto della perversione umana fino dalla preistoria: le inclusioni e le erosioni della pelle messe in atto tuttora da molte tribù, la deformazione del cranio, gli esili colli delle donne birmane, per poi passare ai piedini delle cinesi ed ai vitini da vespa indotti da strettissimi bustier per secoli, per arrivare ai piercing e alla chirurgia estetica.
Oltre alle tecniche più invasive e dannose per la salute, sicuramente anche imbottiture, crinoline, panier e una moltitudine di vesti sovrapposte le une alle altre, non avranno creato pochi disagi alle donne (soprattutto a loro) e agli uomini nei secoli.
Col nascere del XX secolo si iniziò a parlare, spesso ipocritamente, di liberazione del corpo femminile.
I corsetti, ancora dotati di stecche, conferivano al corpo femminile una sinuosa ma innaturale forma ad “S”.
Poiret creò la scomoda gonna hobble abbinata ad una speciale giarrettiera, che indossata all’ altezza delle ginocchia, limitava l’ampiezza del passo.
Fu solo con la prima guerra mondiale che la donna riuscì a scrollarsi di dosso l’ immagine che la vedeva, nell’immaginario collettivo, “ la vetrina” di un uomo dalla castigata sobrietà ottocentesca, e così negli anni ’20 diventò androgina, poi diva.
Durante la seconda guerra mondiale si arruolò, e nel ‘47 ,con l’ avvento del new look di Dior, il suo corpo assunse forme mai viste: clessidra, corolla, tulipano..
Negli anni ’60, poi, fu il momento di scoprire le gambe, da qui in poi i cambiamenti hanno iniziato a susseguirsi a ritmi sempre più frenetici, inglobando il mondo delle sottoculture, dando vita uno ad stile frammentario ricco di contaminazioni provenienti da vari paesi, classi sociali, generi e culture.
Esercizio formale o gioco la moda odierna ci permette di cambiare ogni giorno i paradigmi del nostro corpo, tornando indietro nel tempo e viaggiando attraverso esotici paesi.

1 commento:

maggie ha detto...

Ciao Ludovica, che bella questa passerella di moda nel tempo...non avevo mai pensato alla forma ad "S"...mi ha incuriosita molto!
Bacioni

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