domenica 1 luglio 2007

OFF#LIMITS

di Diomira Pizzamiglio


Ero seduta ad aspettare. La sala era gremita di gente, alcuni erano veramente in situazioni di indigenza altri no, sembravano non avere alcun problema.
Aspettavo e osservavo, lì seduta fra loro.
Ad un certo punto entra un giovane signore che accompagna un'altra persona. Ne deduco che sono parenti, si somigliano abbastanza, forse sono fratelli.

Uno porta un completo, giacca e pantaloni blu scuro,camicia bianca con una sottile righina blu, cravatta, scarpe color cuoio di ottima fattura. L'altro è anch'egli molto giovane. Nonostante i capelli bianchi,ha un viso senza rughe, fresco. E' claudicante e ha una evidente malformazione al braccio sinistro. Indossa abiti sportivi, porta il cappellino al contrario, bermuda con tasconi e t-shirt. L'accompagnatore si informa su come sia la procedura d'attesa: nessun biglietto, si va per chiamata diretta a seconda dell’ora dell’appuntamento e il loro gruppo non è ancora stato chiamato. C’è tempo.
Il giovane claudicante si siede e chiede di poter avere un tè perché ha sete. L'altro sottovoce dice piano guardandosi intorno: “Aspetta…” e si allontana, esce, deve andare a prendere qualcosa in macchina.
L'invalido resta solo. E’ spaesato ed in evidentemente stato d’ansia.
Si guarda intorno ed è come se fosse in mezzo al nulla, non trova niente che lo tranquillizzi. Resta inchiodato alla sedia, ma si agita come fosse seduto sulle spine. Si gira e si rigira cercando invano e sperando che il fratello compaia in mezzo alla folla.
Voleva un tè...
Non passa molto e la sua preoccupazione è palese a tutti nella sala. Parlotta a mezza voce fra se chiedendosi perché il fratello tarda tanto. Lui è lì da solo, senza nulla, senza i documenti per la visita, senza il cellulare, senza le chiavi della macchina, senza il tè.
Aveva sete, voleva solo un bicchiere di tè e suo fratello se n'era uscito senza lasciargli nemmeno un centesimo.
Dopo mezz'ora tira una bestemmia, tutti si voltano verso di lui.
E' arrabbiato e non se ne vergogna affatto della bestemmia, nè della rabbia.
All'improvviso, eccolo, riappare.
"Ma dove cazzo sei finito?" E la rabbia cede ".... a Montecarlo?" ed affiora un triste sorriso di riconoscenza. Il tono duro si perde nella timidezza e dolcemente,con un filo di voce strozzzata gli ripete: "Ma dove sei finito?"
"Dal panettiere c'era fila ....." e gli allunga un sacchetto con la pizza e uno con un croissant"
Si sorridono, e quello col braccio storpio abbassa lo sguardo verso i sacchetti, li allontana. Ma l'altro dolcemente insiste, glieli porge di nuovo, con calma e gnetilezza, con quel filo di complicità.
Si avvicina al distributore di bevande e inizia ad inserire i centesimi.
"Ho fatto moneta...., come lo vuoi il te? Dolce?"
C'è chi ce la fa da solo ed è forte, e riesce farsi valere e si impone agli altri facendo rispettare i propri diritti di persona.
E c’è chi invece, come Giulio, deve correre al posto del fratello.
E poi c'è lui che invece non può far altro che aspettare che qualcuno gli firmi un certificato che lo riconosca persona fragile.

5 commenti:

Naima ha detto...

come condurre a concetti sosì importanti con immagini così semplici.. baci

Anonimo ha detto...

...non c'è che dire. Un piccolo frammento di realtà che si conosce solo quando o ce l'hai vicina o quando, qualcuno come te, ce la racconta.

Anonimo ha detto...

sono d'accordo con Ely.sono realtà che spesso non vogliamo o sappiamo vedere.

IleniaF ha detto...

Cara Diomira,
è importante che qualcuno ci racconti di questi episodi di vita di persone che non hanno avuto la fortuna di poter dire: "sono sano come un pesce".
Devo farti i miei complimenti, sei davvero in gamba e per questo ti ammiro tanto.
Brava!

Diomira Pizzamiglio ha detto...

Ma grazie a tutte voi.
Non sono brava, sono solo un'attenta osservatrice.
Comunque non credo ci siano persone sane come pesci, tutti, sani e meno sani abbiamo dei limiti...
Queste storie accomunano tutti perchè c'è sempre il momento in cui si prova la disabilità: un braccio o una gamba rotta, una malattia, un periodo di degenza in ospedale.
E' sbagliato pensare che siano problemi d'altri.
Sono problemi che toccano tutti...
Bacioni a tutte D

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