mercoledì 11 aprile 2007

Di mamma..


Ciao, sono Anna Grazia.
Alcuni anni fa ho letto con gran gusto l’avventura personale di una scrittrice spagnola terminata con l’adozione di una bambina cinese. Fin dall’inizio, mi accorgevo di condividere in pieno le sue considerazioni sul senso della maternità nella vita di una donna: perché desiderare di avere “qualcosa” che non esiste, che non c’è? In fondo, complice anche il vostro corpo o quello del vostro partner che non può o non riesce, avete ben chiaro che fare un figlio è qualcosa che propriamente non vi attira, anche se vi piacerebbe che vi attirasse. Finchè un giorno qualcuno vi parla di adozione e vi dice che si tratta di un cammino molto lungo, quasi un percorso ad ostacoli. E che, comunque, se mai deciderete di intraprenderlo, potrete dire di no anche all’ultimo istante. Così cominciate a pensare con un certo entusiasmo che il desiderio di un figlio può non essere il desiderio del nulla, ma di un “qualcosa” che già esiste e che se ne sta in un certo posto, solo solo e aspettandovi: tutto appare chiaro, non volete fare dei figli, volete fare la madre.
Che è tutta un’altra cosa.
Ed io voglio raccontare la mia avventura e quella di tutte la madri adottive che conosco.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Non è da tutti essere così come sei tu.Che il tuo esempio sia d'esempio!
Antonella

Diomira Pizzamiglio ha detto...

Che bello, non vedo l'ora di poterti leggerti. Noi come famiglia abbiamo adottato una bimba indiana a distanza, certo non è la stessa cosa, ma quando facciamo qualcosa per nostro figlio i pensieri vanno a lei... come tutte le volte che riceviamo sue notizie, un pezzetto di cuore freme sperando che sia in buona salute e felice. E' una parte di noi, anche se lontana e dai colori molto tenui.

Anonimo ha detto...

Il tuo post è molto bello.
Credo che tu dica delle cose molto vere.
Leggerò con attenzione i tuoi racconti.
Ely

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...