domenica 5 giugno 2011

Tea time

di Maria Luisa Pozzi













Sebastiano Vassalli, La notte della cometa, Einaudi

Non un raggio di sole, ma di una cometa.
Sebastiano Vassalli scrive, nella sua biografia di Dino Campana, che ad ogni passaggio della cometa di Halley corrisponde il passaggio di un poeta.
Quindi un poeta ogni 76 anni.
Un poeta che, come Dino Campana, scriva: “Qual ponte, muti chiedemmo, qual ponte abbiamo noi gettato sull’infinito, che tutto ci appare ombra di eternità?”
Vassalli cita il pensiero di colui che chiama affettuosamente Dino. “Essere un grande artista non significa nulla. Essere un puro artista ecco ciò che importa.” E poi continua: “Il grande poeta non ha contemporanei sparpagliati in tutte le età, non ha dialogo con chi è passato e con chi deve ancora venire. La sua ombra non è ‘un ombra di eternità’.. E’ uno (….) che diventa grande poeta come un altro diventa direttore della Cassa di Risparmio. (…) ma nel pensiero di Dino c’è un futuro in cui l’umanità avrà finalmente capito che la poesia può giovarle soltanto a una condizione: d’essere fuori dal tempo e dai suoi traffici. Un ponte sull’infinito, un messaggio lasciato a chi non c’è da chi non torna più indietro…”
Queste sono le parole che chiudono il libro.
Illuminanti vero?
Ma tutto il libro è illuminante.

La presentazione della piccola borghesia di Marradi che irride colui che ritiene un povero pazzo, un così detto mentecatto e che non è in grado di riconoscere il genio. Una famiglia che si vergogna di un ragazzo diverso e tenta di rinchiuderlo in manicomio. La descrizione dell’inferno manicomiale. Il tentativo della famiglia di liberarsi dello scomodo congiunto, spedendolo in Argentina.
E la poesia che nasce suggerita da quella esperienze di vita che talvolta Vassalli riporta.
Poi l’odio amore fra Dino Campana e Sibilla Aleramo e la malattia che conduce il poeta alla morte.
Vassalli ci propone informazioni documentate sulla vita del poeta. Terribile è il referto con cui Campana viene rinchiuso in manicomio: il motivo principale è l’abuso del caffè da parte del così detto mentecatto.
E di queste informazioni storicamente fondate ce ne sono tante altre.
Ma il testo è anche ricco di “Non è difficile immaginare….. Forse le cose sono andate così, chissà……Noi approfittiamo della circostanza (la madre del poeta va a stare alcuni giorni da suoi parenti) per immaginarci una sorta di … Del breve dialogo che segue (fra il vecchio Carducci e il giovane Campana) noi non sappiamo nemmeno una parola: ma ci è permesso ci è lecito immaginare…”
E tutto ciò che Vassalli immagina e ricrea della storia del poeta rivela la stima e la comprensione, il rispetto che lui sente per Dino Campana.
“La notte della cometa” è una riflessione sulla poesia e su un grande poeta.
Una riflessione su una società che rifiuta chiunque non si adegui ai comportamenti e ai valori del tempo.
Possiamo ancora imparare tanto dalla esperienza di vita di Dino Campana e dalla sua poesia.
Come anche da Sebastiano Vassalli e dalla sua scrittura.
Buona lettura.

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