domenica 17 aprile 2011

La parola passione

di Magda de Luca


Lasciarsi cullare dalle dolci rimembranze
 

Saranno le origini meridionali, sarà la nostalgia di casa che si fa sentire, ma quando penso alla Pasqua mi vengono subito in mente i dolci sublimi della mia infanzia. Il posto d’onore spetta alla ‘pastiera napoletana’, dolce dall’elaborata preparazione, a base di ricotta e grano cotto, che allieta il palato con un retrogusto di canditi e fiori d’arancio.
Come dimenticare l’inebriante profumo proveniente dalla cucina che al mattino mi sottraeva ai sogni di bambina. Mi alzavo e correvo dalla mamma che proprio in quell’istante sfornava le sue meraviglie. Il primo assaggio, dopo un anno di astinenza, era un’esperienza quasi mistica, un rito che si ripeteva puntuale. A seguire gli ‘ancinetti’, i biscotti ricoperti di glassa. Li preparava la nonna il venerdì santo. Impiegava una giornata intera: si dedicava prima all’impasto e poi con estrema perizia creava queste piccole forme tondeggianti e le infornava. Una volta cotti li immergeva uno alla volta nella glassa fusa che solidificandosi dava vita a dei candidi capolavori. La mia lauta ricompensa, come sua assistente, era affondare i denti in quella corazza zuccherina e gustare l’interno morbido e fragrante di limone. Una gran bella consolazione in quanto, a causa di un’intolleranza al cioccolato, dell’uovo di Pasqua mi era concessa solo la sorpresa.

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