martedì 27 ottobre 2009

EQUILIBRISMI QUOTIDIANI





La sfamiglia
a cura di Maddalena Morandi

Ultimamente sono andata ad una conferenza del prof. Paolo Crepet, psichiatra, il quale presentava il suo ultimo libro "la sfamiglia" nel quale ha il coraggio di affrontare e soprattutto sfidare l'attuale emergenza educativa, arrivando al cuore del piú importante dovere della nostra comunità: la crescita delle nuove generazioni, il nostro futuro.
Dal bullismo, che è troppo facile liquidare come «ragazzata», all'abuso di alcol, tra le prime cause di morte fra i giovani, dal 7 in condotta, necessario perché solo la presenza di regole insegna a rispettare il prossimo e a riconoscere i propri limiti, al telecomando, che insieme a Facebook e all'iPod indirizza verso un uso «surfistico» delle relazioni, improntate cioè all'eccitazione momentanea, alla comodità, che porta a evitare la fatica della riflessione.
Crepet che è anche direttore scientifico della scuola per genitori, parte dai nostri gesti quotidiani per ragionare sulle sfamiglie di oggi, quelle che passano insieme non piú di 40 minuti al giorno, quelle dove i genitori sembrano arrendersi, concedere tutto ai figli per paura di sentirsi rifiutati o solo per senso di colpa. Perché educare significa «accompagnare», voler rischiare di credere nell'altro, avere coraggio: proprio come amare.
Si auspica, insomma, ad un ritorno ad un certo rigore, a rivalutare la meritocrazia, a esaltare lo spirito di sacrificio. Per lui se la società sta andando allo sbando è la famiglia che può porci rimedio, andando contro corrente, con tanta fatica, ma con sicuramente dei risultati in termini di maggior autonomia e sicurezza per i nostri figli. I figli vanno come dice lui accompagnati nel loro cammino, cercando di non sommergerli di cose ma aiutandoli a desiderare, a sognare per trovare la loro passione, lasciargli tempo per stare con i genitori e con i loro coetanei.
Io mi trovo d'accordo in tutto, ma molto in difficoltà nel realizzare questo progetto educativo che è piuttosto impegnativo, voi che ne dite?

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