mercoledì 28 gennaio 2009

DI MAMMA (NON) CE N'E' UNA SOLA


L'anno che verrà
A cura di Anna Grazia Giannuzzi

Non sono sicura di volere che quello nuovo sia diverso dai miei anni precedenti.
Almeno a partire dal 2005, anzi precisamente da ottobre 2004.
Da quella data ho smesso di guardare a me stessa come si guardano certi utensili che sono nel cassetto delle posate da secoli, e nessuno sa a cosa servono; poi un giorno lo capisci e non smetti di usarli.
Scusate, devo interrompere: c’è Aleja che saltella intorno a me. Come saltella lei non ho mai visto nessuno, è leggera, elastica e vola. Io sto cercando di scrivere questo articolo e adesso non mi viene niente altro in mente che parlare di lei, mia figlia che balla, sottile e atletica, con il suo viso spiritoso e gli occhi neri impertinenti. Se scrivere mi aiuta a mettere in ordine le cose del mondo, lei e le sue sorelle all’improvviso hanno portato altri significati, e hanno dato all’ordine un senso diverso dalle compulsioni maniache
Ma io che cosa ho fatto di tanto speciale in questi anni?
Ho scritto di notte. In treno. In macchina (non guidavo io). Scomodo.
Ho pagato una persona che pulisse la casa mentre, giocavo con le mie figlie. Divertente e costoso.
Ho lavorato il triplo per dimostrare che sono in grado di essere una buona madre, ma anche un’ottima dirigente. Faticoso, e nonostante tutto, quasi inutile. Sono bravissima ma non gliene frega niente a nessuno.
Ho pagato una persona che facesse la spesa, lavasse, stirasse e cucinasse mentre io andavo a lavorare. Costoso e indispensabile. La sera, dopo aver messo le figlie a letto, raccolgo i calzettoni spaiati di cinque persone: è quasi un hobby ormai e si accettano scommesse. Abbiamo la certezza che qualcuno lo abbia mangiato la lavatrice, altrimenti non si spiega. Non abbiamo né un cane né un gatto.
Ho incontrato stupidi di ogni genere: distratti, autorevoli, pentiti, subdoli, arroganti. E li ho raccontati. Sono tantissimi, molti, molti di più di quelli di cui ho parlato e mi fanno sentire diversa, sgradita. Ma sono sempre riuscita difendere me e la mia famiglia. Questa mi sembra una cosa buona.
Ho incontrato persone che mi hanno resa felice ed appagata. Che mi hanno fatto ridere e riappacificare con il mondo. Che mi hanno offerto una chance, prima ancora che io lo chiedessi. Ho imparato a chiedere, ma anche ad ascoltare.
Ho imparato a fidarmi di me stessa, a capire fin dove posso arrivare, e fino a dove posso provare ad arrivare. Praticamente incredibile, ma vero. Ho imparato ad accettare i complimenti e a non sentirmi disorientata. Devo ancora darmi un pizzicotto sul braccio, ma è vero anche questo.
Ho imparato a non considerare definitivi i fallimenti. Ammetto che a volte ancora non ci riesco.
Ho ritrovato un’amica e due amici che non sentivo da anni. Pazzesco, è successo davvero.
Ho festeggiato. Va bene, si tratta prevalentemente delle feste di compleanno delle mie figlie e di quelle degli amici. Ma sono sempre feste.
Sono andata per ben due volte al cinema. Mitico, visto che uscire la sera mi è faticoso – per via del fatto che ancora a malincuore lascio le figlie da sole - se non si tratta di riunioni delle associazioni che frequento.
Ho smesso di fumare. È fantastico pensare a me stessa come una non fumatrice. Una fatica terribile.
Ho dormito. Chi soffre di insonnia sa che questo è un grande regalo. Comunque io sono del genere che si sveglia d’improvviso intorno alle 3.
Ho imparato a fare running. Cioè, sono talmente cretina che non solo corro per tutto il giorno in ogni circostanza, ma quando posso mi metto una tutina e corro con l’ipod nelle orecchie.
Mi sono comprata un diamante con i miei soldi. Oh, sì, oh, sì: non so se vi è mai successo l’incredibile ma era in saldo, giuro, la gioelleria chiudeva ed io ne ho approfittato. Femminile e femminista nello stesso tempo.
Ho scoperto nuovi libri e nuovi autori. Non li ho ancora letti tutti, ma ci riuscirò.
Ho incominciato a scrivere su Rosa Stanton. Soddisfacente ed intrigante. E soprattutto mi ha permesso di dire liberamente quello che penso e di confrontarmi con chi la pensa come me e chi no.
Ho guardato le figure di Vanity Fair, il che è molto visto che è un settimanale, e di solito leggo uno o due articoli, persino….I giornali li leggo su internet o in rassegna stampa.
Ho fatto l’elenco delle cose che ancora devo imparare.
Tipo fare il gattò di patate, migliorare nel fare i grafici dalle tabelle di excel, non mangiarmi le unghie. Ottenere la promozione che merito, insomma la avrò per ultima ma toccherà anche a me, anche perché imparerò a rompere di più, e tanto devo fare che alla fine per disperazione li devo prendere. Voi non sapete come ero prima del 2004, ma una cosa del genere non solo non l’avrei mai scritta, ma nemmeno l’avrei pensata: in questi anni ho imparato a lottare per quello che voglio: vi sembra poco?
Insomma, davvero non so se devo buttare via gli anni passati sperare che l’anno nuovo sia diverso.
Voglio dire mi è andata così bene negli anni scorsi, che mi chiedo se sia realistico pensare che possa andare meglio?
Hmm….beh, sì lo è, e sapete perché? Perché è avanti che bisogna guardare e non indietro. Bisogna guardare dove si mettono i piedi e negli occhi le persone che incontri lungo il cammino.
Credo che sia questo che farò nel nuovo splendido mitico anno che mi aspetta.

7 commenti:

IleniaF ha detto...

Cara Anna Grazia leggerti è stato un pò come riflettermi allo specchio.
Più scorrevo le righe del tuo post, ancor più il sorriso sulle mie labbra si accresceva.
Hai detto tante verità, in primis "Ho imparato a lottare per quello che voglio", anch'io lo sto facendo e devo dire che mi sento un'altra persona.
Mi è piaciuto tanto il tuo ottimismo, brava!

Maddalena ha detto...

Io dopo aver letto il tuo post, voglio provarci, a lottare per quello che voglio!!!!!!!!

Cappe ha detto...

Grazie cara compagna di blog per il tuo post. Io sto affrontando me stessa, il passato e sto iniziando a ''difendermi e lottare per quello che voglio,che vale, che ha senso, che mi migliora come essere umano e come donna''. E' durissima, ma leggere le tue righe e i commenti delle altre mi ha caricato tanto.
Grazie grazie grazie.
Baci, Chiara Cappe.

Anna Grazia Giannuzzi ha detto...

Grazie a voi, non mi aspettavo di riuscire ad aiutare qualcuno, ma sono contenta e mi sento anche meno sola.
BAci a tutte.

Barracuda ha detto...

E' incredibile quanto possa essere falsa la gente!! Non credo ad una parola di quello che c'è scritto. Io vedo solo una donna frustrata e piena di complessi che pensa di poter raccontare frottole alle persone che hanno realmente problemi.
Mi auguro che le tue figlie siano felici.
E non metterci in imbarazzo con le tue frasi puerili!!

Anonimo ha detto...

@Barracuda commento un pò aggressivo. Non trovi?

Patrizia Finucci Gallo

Anna Grazia Giannuzzi ha detto...

Non fa niente. Infondo sembra preoccuparsi per le mie figlie, è la stessa cosa che sta a cuore a me.

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