Risveglio di primavera
Lo aspettiamo già dall’accendersi delle prime luminarie di Natale, quando le giornate sono troppo corte e fredde e il buio fuori dalla finestra ci getta in una atmosfera di leggera e imperscrutabile angoscia.
Lo aspettiamo vivendo i lunghi giorni dell’inverno riempiendoli di mille luci e mille scuse e impegni per non pensare a quella sottile inquietudine che ci fa desiderare e rimpiangere spiagge assolate lontane nei luoghi e nei ricordi.Lo aspettiamo come un bambino aspetta impaziente babbo natale per assaporare il piacere convulso dello scartare i doni come se fossero la sola fonte di bramata felicità dei nostri giorni.
Lo aspettiamo con avidità questo risveglio di primavera per assaporare i raggi caldi del sole sulla nostra pelle ormai troppo sbiadita dalla mancanza del suo tepore, lo aspettiamo perché solo risvegliandoci dal torpore possiamo finalmente sentirci nuovamente vivi, con la voglia di fare tutte quelle cose che abbiamo rimandato nell’alibi dell’attesa.
E il risveglio arriva nella luce che si allunga nel corso delle nostre giornate, nel sapore più caldo del mattino e nel colore più dolce del cielo, come un malato che dopo lunga malattia assapora nuovamente i piccoli piaceri quotidiani , il profumo del caffè, la fresca brezza alla finestra, i nuovi passi lungo la strada consueta.
E’ uno struggimento e un piacere intenso che dura pochi giorni in cui ci sentiamo più energici e vigorosi pronti a fare cose quasi impensabili prima.
Tutto sembra più bello e luminoso, tutto può ancora accadere in questa primavera dei sensi ancor prima che quella della sue reale stagione si apra del tutto.
E qualcosa accade davvero attraverso questa rinnova energia, attraverso un viaggio, un sapore, un umore o un altro intenso turbamento.
Finché ci dimentichiamo di come ci siamo sentiti e di tutto il resto.
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