venerdì 4 marzo 2011

L'anteprima dei sogni

di Fabio Cicolani
 
Il cigno nero

Non sempre si è tranquilli al risveglio. Dipende da cosa si è sognato, da cosa si è scoperto nel nostro inconscio. E non sempre si scopre un aspetto di noi che volevamo conoscere. Che sia un’ossessione, una paura o un trauma, il lato oscuro dei sogni è sempre in agguato, più reale del reale.

E il posto migliore dove questi lati oscuri prendono vita è proprio sul grande schermo.

Una pellicola molto particolare è da poco approdata nei nostri cinema: si tratta di “Il Cigno Nero” di Darren Aronofsky con Natalie Portman nel ruolo di Nina, una ballerina di danza classica alla costante ricerca della perfezione tecnica. Fresca di Oscar come migliore attrice protagonista, la Portman ci regala un’interpretazione intensa nella sua schizofrenia, con sfumature horror e a tratti splatter. La storia è semplice: il direttore del balletto del quale Nina fa parte decide di mettere in scena “Il Lago dei Cigni” e di farlo con una scelta particolare, far interpretare alla stessa ballerina sia la parte del Cigno Bianco che quella del Cigno Nero.

Nina, una ragazza emotivamente fragile e insicura, ossessionata dalla perfezione fino all’autolesionismo, viene scelta per il ruolo. Da qui una discesa negli inferi oscuri del suo subconscio, dove non vi è confine tra realtà e incubo, dove prendono vita gli atti più malvagi e le trasformazioni più orripilanti di una vita devota soltanto al sacrificio fisico e mentale. Il tutto raccontato in modo crudo, con una regia insistente sui dettagli e sui primi piani, che non cambia registro a seconda delle astrazioni mentali della protagonista, fonde tutto sullo stesso piano visivo e narrativo, portando lo spettatore a chiedersi continuamente se quello che vede è reale o frutto della mente deviata della protagonista.
Si ha un ritratto oscuro e claustrofobico del mondo della danza classica, dove il sangue e le cicatrici vengono ostentate e cercate come ferite di guerra, come un segno tangibile del lavoro che si compie contro di noi più che su di noi.
Il risveglio di Nina dalla sua fragilità alla mostruosità del suo lato oscuro è una delle trasformazioni iperboliche più riuscite al cinema e, probabilmente per questo, l’Academy l’ha premiata.
Siete pronti a risvegliare il vostro lato oscuro?

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