di Elena Banfi
Invidia e ostentazione
Due donne sulla cinquantina percorrono il lungolago in direzioni opposte. Una alta, lunghi capelli castani illuminati da un balayage perfetto, l’aspetto curato, é avvolta in un magnifico cappotto cammello. L’altra, bionda, un po’ sciatta, con un giaccone nero, decisamente in sovrappeso.
- Carissima !- grida la prima con voce sorprendentemente baritonale.
- Erika cara!- le fa eco l’amica abbracciandola e stampandole tre baci sulle guance, come si usa qui. - Come stai? Sempre indaffarata e piena di impegni? - chiede con uno strano sorriso.
La signora elegante risponde con aria complice
- Sai com’è in questo periodo, siamo in partenza…
- Sankt Moritz?
- Natürlich Paoletta, natürlich!- ridacchia scuotendo i lunghi capelli. Sembra felice, allegra.
Parlano sottovoce. Le mostra l’anello che porta al dito, vedo le pietre brillare al sole. Si siedono
sulla panchina, poi quella col giaccone nero si guarda intorno e alzando volutamente il tono esclama:-E tuo figlio? Si sta facendo disintossicare?-
Erika ha un attimo di smarrimento, ma si riprende subito
- Che bella giornata, vero? Peccato che abbia così tante cose da fare. Sai, devo vedermi con
l’Alberto… - e accenna ad alzarsi.
- Come Alberto? Ma non si chiama Claudio?- cinguetta la bionda. Poi toccandosi la fronte
- Che stupida! Claudio era il tuo secondo marito vero? O il terzo?- domanda con finta
ingenuità.
- Alberto è il padre di Matteo, il mio piccolo. Oddio piccolo…Ormai ha quasi dieci anni-
sottolinea compiaciuta.
- Dieci anni? Ma come?- l’interrompe Paola sfoderando un’espressione incredula. Poi alza di nuovo la voce- Ah! Mi ero dimenticata che l’hai avuto quand’eri già…Come dire… Ageé. Io invece i miei tre li avuti tutti da giovane, tutti entro i trent’anni.
Il telefonino di Erika le interrompe. La donna si allontana per qualche minuto. Ritorna.
- Scusami. Era la nuova baby sitter. Dovrebbe cominciare domani e sono un po’ nervosa. Speriamo che questa volta funzioni. - Risistema il cellulare nella borsetta, una bellissima borsa color caffè, forse una Birkin. La tipa grassa osserva e tace.
- Non sai com’è difficile trovare personale affidabile oggi. Soprattutto baby sitter- continua
senza alzare lo sguardo
- No, non lo so-ribatte Paola acida-Io i miei figli me li sono cresciuta da sola. Per fortuna…
Erika a questo punto si alza e bacia l’amica.
- Devo proprio scappare adesso. Ho anche bisogno di andare dal parrucchiere. Ho la testa in disordine
- Ma che dici?- sbotta quella con la giacca nera -Sei perfetta, come sempre!- E immediatamente si morde le labbra.
La sua interlocutrice scostandosi, la guarda con gli occhi socchiusi.
- Ma grazie cara! È il primo complimento che mi fai in quarant’anni. Dai tempi della scuola…
L’altra é infastidita e imbarazzata. Farfuglia qualcosa, mentre Erika tenendole la mano si allontana di qualche passo da lei e, facendo in modo che tutti sentano, osserva:
- Invece tu, lasciatelo dire, hai un aspetto che non mi piace. Sei così invecchiata!E anche ingrassata. No tesoro, così non va! Devi prenderti cura di te. Promesso?
La donna annuisce. Poi fa un cenno all’amica che giunta accanto al semaforo le manda un bacio.
- Ci vediamo, eh! -grida con la sua voce profonda- E Buon Natale cara!-
- Buon Natale… - bofonchia Paola allora sprofondando nella panchina di fronte al lago.
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