lunedì 31 gennaio 2011

Chiude oggi Artefiera: considerazioni di Vladimiro Zocca


di Vladimiro Zocca

UNA GRANDE COLLETTIVA
Nella foto il critico d'arte Vladimiro Zocca
Ho visitato Arte Fiera 1911 come se fosse una grande collettiva. Prima di tutto ho saltato i pittori famosi che hanno fatto la storia dell’arte contemporanea: i Fontana, i DeChirico, i Boetti sono sempre presenti. Pur amandoli, ho applicato loro la prassi del “non ti curar di loro ma guarda e passa”. Questo mi ha permesso di puntare la mia sensibilità critica sulle opere dei non conosciuti, libero dal condizionamento della pubblicità e della commercializzazione. Mi ha facilitato il compito la mia amica Patrizia che fotografava i lavori artistici che più ci colpivano, facendomeli vedere in tempo reale.
Sono convinto che nella fruizione estetica conta sempre la prima impressione che è quella che mette in moto la valutazione artistica fondata sull’esperienza della visione nel tempo e della ricerca teorica nel campo dell’estetica.
Ma questa volta non ho potuto mischiarmi, come faccio di solito alle mostre, ai gruppi di visitatori comuni, nel senso di non esperti di arte, che offrono, spesso, impressioni molto originali nella loro spontaneità, ma la gente era poca domenica, forse per la neve o perché, nell’ipotesi peggiore, per una caduta di interesse nei confronti dell’arte. Tuttavia, questa seconda ipotesi sembra essere confutata dalla gallerista dell’Ariete, soddisfatta dell’andamento delle vendite.  La nota positiva è costituita dal fatto che l’esposizione è praticamente articolata in un unico grande spazio, apparentemente più ridotto, rispetto agli anni precedenti – lo spazio espositivo si estende, in fondo, 15 mila metri quadrati, il che non è poco - con una scelta più mirata e qualitativa di gallerie ed artisti che favorisce la fruizione e la rende meno faticosa, permettendo la leggibilità dei lavori migliori, soggettivamente parlando. Piacevole è stata la scelta di puntare sull’arte italiana, anche dal punto di vista organizzativo: su 200 espositori 30 sono stranieri, ma particolarmente qualificati. A questo proposito è significativo il fatto che le gallerie più giovani non superano i cinque anni di attività.
Un altro rilievo da fare, non so se positivo, è l’aumento delle opere fotografiche, del resto di grande impatto emotivo. Tendenza già registrata negli ultimi due anni. Mi è parsa molto rilevante la qualità delle opere plastiche, non sempre adeguatamente considerate in passato. Non faccio nomi, lasciando questo compito ad analisi più accurate dell’evento culturale. Tuttavia, abbiamo individuato artisti e opere tanto sconosciuti quanto degni di essere osservati con gli occhi e con la mente. Comunque, una domenica pomeriggio piacevole, nella quale la nota positiva è costituita dalla chiarezza e dalla grande apertura di senso a un pubblico sempre più affamato di arte: si è ridotto di numero, forse, ma più disponibile ad esercitare la propria sensibilità artistica in direzione di un orizzonte estetico, appunto, sempre più aperto.



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