La cattiveria
La letteratura si nutre della cattiveria e della sua descrizione: dalle sorellastre di Cenerentola delle favole al Mister Hide lato oscuro del Dott. Jeckill e tutto allo scopo di sottolineare l’importanza della bontà.
E che dire del fantastico Mister Scrooge, il vecchio avaro che odia il Natale e che la notte della vigilia farà i conti con gli spiriti dei Natali passati per ritrovare lo spirito natalizio e finalmente la bontà e la generosità nel Natale del presente?
Certo che a ben pensarci Mister Scrooge non è così cattivo, è solo una persona delusa che ha inseguito obiettivi materiali per accorgersi alla fine di aver perso ciò che era più importante nella vita, gli affetti, come può aver voglia quindi di festeggiare il Natale? In fondo io lo trovo simpatico, anche perché quando si avvicina Natale mi sento sempre più Scrooge, è un’immensa corsa tra necessità di regali, feste, incontri, scambi di auguri e percorsi affannosi sul lavoro per completare tutto l’improrogabile, insomma una enorme fatica ed è così tutti gli anni. Come non capire Mister Scrooge e tutti i cattivi della nostra letteratura, e poi perché essere buoni e generosi solo perché è Natale? è importante esserlo sempre e comunque, buoni e non buonisti.
In letteratura la cattiveria tutto sommato ha ben altro fascino, il fascino del male, la speranza che il cattivo scopra il suo lato migliore come un novello Scrooge, oppure soccomba, ma solo alla fine dopo tante e tante azioni tutte cattivissime per assaporare finalmente il trionfo dei buoni.
Oppure il fascino della cattiveria sottile, quella degli intrighi alla Beautiful che prima, ma soprattutto poi, vengono scoperti dalla protagonista naturalmente buonissima e così finalmente vivrà felice e contenta, anzi no buona e contenta! anche se, sarà poi vero? Non è meglio andare dappertutto come le cattive ragazze invece che andare semplicemente in Paradiso?
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