di Barbara Pirini
Mai innamorarsi del proprio testo
Intervista alla scrittrice Simona Mammano
Prima dei tuoi esordi letterari, oltre a lavorare in polizia, scrivevi?
“Non scrivevo, né avevo intenzione di farlo”
Una persona puo’ condurre una vita professionale “ diversa “ e piano piano avvicinarsi al mondo della scrittura?
“Sono tantissimi gli scrittori che facevano altro, un grande esempio è Edward Bunker che ha iniziato a scrivere in carcere. Per quanto mi riguarda è stato l’editore a propormi di scrivere il primo libro, io non ci avevo minimamente pensato. Ho sempre sostenuto che il mio desiderio era leggere, perché trovavo più interessante ciò che gli altri avevano da dire. Tutt’ora la penso così. Il prossimo libro lo scriverò se e quando scatterà la molla che è scattata con i precedenti”
Molti esordienti , a manoscritto finito , si trovano in difficolta’ ad avere buoni contatti, o si devono “auto pubblicare”, a te come è andata?
“Per il primo libro è stato facile, è venuto da me l’editore di Stampa Alternativa, il mitico Marcello Baraghini, il secondo è stato proposto, in accordo con mia coautrice Antonella Beccaria, sempre a Baraghini”
Che consigli daresti a chi ha un sogno nella penna?
“Cercare innanzitutto qualcuno di esperto che legga il manoscritto e di un parere sulla scrittura, la costruzione del romanzo e altro, poi inviarlo a tutti gli editori, insieme alla sinossi e alla propria biografia. I tempi sono lunghi, ma le case editrici cercano nuovi talenti su cui scommettere.”
“Cercare innanzitutto qualcuno di esperto che legga il manoscritto e di un parere sulla scrittura, la costruzione del romanzo e altro, poi inviarlo a tutti gli editori, insieme alla sinossi e alla propria biografia. I tempi sono lunghi, ma le case editrici cercano nuovi talenti su cui scommettere.”
“Per finire un consiglio: mai innamorarsi troppo del proprio testo, si rischia di non vederne i difetti o le possibilità di migliorarlo”.
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