venerdì 6 marzo 2009

Archi.D.Arte

La Cornice
a cura di Margherita Matera


Mettere una cornice. Incorniciare. Qualche giorno fa ho dovuto scegliere se incorniciare o meno un acquisto e, nonostante mi fosse stato consigliato di lasciarlo “grezzo”, io ho deciso di usare una cornice. Nera. Semplice, ma che desse rilevanza, che riuscisse a staccare la tela dal resto e la rendesse più forte, importante, superiore, come l’ho vista io.
Così oggi pensavo al nome, a quello personale, che ognuno di noi porta, al nome che ho capito essere una cornice. Indispensabile, che rimarca la presenza, che ci appende alla vita. Con un chiodo. Con un filo. Con un gancio.
Ho pensato al cornicione, che finisce un edificio. Che lo marca. Che lo appoggia al cielo, in terra.
Alla cornice di un tempio, alla cornice trasparente del tempo.
Ho pensato alla copertina dei libri. La differenza del materiale. I colori. Quella che mia madre metteva ai testi scolastici per preservarli. Quella che mi fa scegliere un romanzo piuttosto che un altro.
La cornice di un appuntamento.
E mi sono chiesta se il bisogno di incorniciare non derivi dal nostro essere finiti. Dal saperci il limite. Dal cercarci l’orizzonte. Che con la scusa di valorizzare, non tendiamo invece a staccare oggetti e soggetti dal flusso del tempo. Preservare, la scusa dovrebbe essere questa. Se di scusa si può parlare.

Poi penso ad un disegno che tengo sul mobile dove ho la tv, si accumulano le cartacce, i libri, ma quell’idea la lascio sempre emergere, quel foglio ruvido graffiato di grafite, lo porto sempre sopra a tutto il resto. Penso spesso di incorniciarlo. Penso spesso di appenderlo. Sospenderlo, ma ancora non ho trovato il modo giusto. O forse, in virtù di tutte le scuse cercate e dovute, più semplicemente, non voglio costringerlo. So che non subisce contraccolpi. So che quell’idea per continuare ad esserci deve trovarsi libera, in mezzo alla confusione di me stessa e del mio tempo.

2 commenti:

Maddalena ha detto...

Si, in effetti la cornice, come il nome può essere anche un limite: un nome non rappresentativo è come la copertina di un libro sbagliata, per chi non approfondisce può essere fatale !

maggie ha detto...

Ci sono dei casi invece dove la cornice non puo'staccarsi dal quadro e,se ci pensi, alcune persone non potrebbero avere un nome diverso... Più adatto...:-)

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...